Alessia e Livia Schepp sono due gemelline scomparse il 30 gennaio 2011 dopo essere state rapite dal padre, che forse desiderava “vendicarsi” della mamma che aveva voluto chiudere il loro matrimonio. Ecco come potrebbero essere oggi.
La scomparsa di un bambino non può che provocare grande apprensione, non solo nei familiari, che possono arrivare anche ad avvertire un senso di colpa ripensando all’accaduto, ma anche nell’opinione pubblica.
È inevitabile arrivare a stringersi intorno a chi sta vivendo questo dramma nella speranza che possa risolversi velocemente e nel miglior modo possibile.
Sono però ancora tante le vicende avvolte nel mistero, nonostante le ricerche siano state spasmodiche e in alcuni casi ci siano state anche segnalazioni, che poi si sono rivelate inesatte o non percorribili. È il caso, ad esempio di Alessia e Livia Schepp, scomparse il 30 gennaio 2011 dopo essere state rapite dal padre Mathias, che si è poi tolto la vita gettandosi sotto un treno a Cerignola (Bari).
A lanciare l’allarme per la scomparsa di Alessia e Livia Schepp è la mamma Irina Lucidi il 30 gennaio 2011, periodo in cui le due gemelline avevano solo sei anni. Le bimbe erano insieme al papà, un ingegnere di nome Mathias, da cui lei si era separata qualche tempo prima. L’uomo aveva deciso di vivere a a Saint-Sulpice, sobborgo a 5 km da Losanna (Svizzera), non molto distante dall’abitazione della donna, in modo tale da vedere più facilmente le figlie.
Almeno apparentemente, la mamma era tranquilla, l’uomo si era sempre comportato in modo irreprensibile con loro. Da lì in avanti, però, lui ha fatto perdere le loro tracce e ha alimentato il dubbio di essersi “vendicato” contro la ex uccidendo le piccole.
“Le ho uccise – ha scritto Mathias in una lettera lasciata a Irina -. Le bambine riposano in pace, non hanno sofferto. Non le rivedrai più“. Nonostante tutto, lei ha continuato in questi anni a mantenere viva la speranza e si augura un giorno di poterle riabbracciare, anche se ovviamente ormai sarebbero delle ragazze.
Non ci sono molte certezze su cosa sia accaduto ad Alessia e Livia Schepp da quel 30 gennaio 2011. Gli unici riscontri sono arrivati analizzando il Gps della vettura del papà, ma non si sa per quanto siano rimaste con lui. L’uomo ha superato la frontiera con la Francia quella stessa sera ed è arrivato ad Annecy. Successivamente è poi arrivato il giorno dopo a Marsiglia, come dimostra la cartolina che ha spedito alla sua ex, non si sa se per lanciarle un “avvertimento” su quello che aveva in mente.
Almeno fino ad allora le bimbe sarebbero state ancora in vita. È in quel momento, infatti, che lui ha fatto un prelievo al bancomat e ha acquistato tre biglietti per il traghetto Marsiglia-Propriano, in Corsica, due evidentemente sarebbero stati destinati a loro. Ma è da lì che parte il buco nero.
Il 3 febbraio Mathias Schepp si trova in Puglia e si toglie la vita quella stessa sera gettandosi sotto un treno a Cerignola (Foggia). Davanti alla stazione aveva lasciato la sua auto, una Audi A6, ma non si sa dove siano finite le bimbe.
Irina, come ogni mamma, non può che continuare a sperare che le sue figlie siano vive e lancia periodicamente appelli grazie al supporto dell’associazione “Missing Children Switzerland”. Tre anni fa è stata realizzata, grazie al supporto della tecnologia, una proiezione su come sarebbero le ragazzine a distanza di dodici anni dalla loro scomparsa. L’auspicio è che possano arrivare segnalazioni e che davvero l’ingegnere non abbia spento per sempre il loro sorriso.
Ilaria Macchi
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