La casa del futuro dovrà resistere ad eventi climatici estremi a causa dei cambiamenti climatici: non indovinerete mai di quali materiali è composta.
La crisi del cambiamento climatico sta colpendo tutti i paesi del mondo, alcuni più di altri. Pensiamo ad esempio alle piccole isole del Pacifico già sommerse dall’innalzamento del livello del mare, e a quelle che scompariranno nei prossimi anni.
I fenomeni atmosferici sono diventati sempre più violenti e catastrofici in alcune nazioni: una semplice pioggia può trasformarsi in un attimo in un nubifragio devastante o in un tifone. Questo è quello che sta succedendo in Bangladesh, al sud del continente asiatico, dove basta un nonnulla per abbattere case e rifugi.
Il problema del clima impazzito sta costringendo sempre più persone a lasciare le proprie terre per vivere in luoghi più sicuri, ma nel frattempo gli scienziati hanno portato avanti le loro ricerche per garantire alla grande popolazione un tipo di abitazione che possa resistere ai sempre più violenti fenomeni atmosferici. La start up statunitense Applied Bioplastics insieme a Mubarak Ahmed Khan, uno scienziato del Bangladesh, è riuscita a sviluppare un nuovo materiale a base vegetale che permetterà la costruzione di rifugi sicuri e resistenti a qualsiasi calamità naturale.
La questione delle case ecosostenibili è diventata centrale in Bangladesh, dove hanno trovato rifugio migliaia di Rohingya, fuggiti perché perseguitati in Myanmar. I tifoni hanno spesso distrutto i rifugi a loro indirizzati, ma non i nuovi rifugi fabbricati in Jutin la iuta, il nuovo materiale creato principalmente da fibre di iuta, abbondantemente coltivata in Bangladesh.
Il tessuto di iuta è stato rivestito con una resina termoplastica, creando così un materiale super resistente perfetto per costituire le pareti e i tetti delle case. L’azienda produttrice ha spiegato che la iuta sostituisce per oltre il 50% i prodotti derivati dal petrolio, rendendo il loro materiale più che green e anche poco costoso. Inoltre è resistente al calore, all’acqua e ai forti venti. Dallo scorso anno Applied Bioplastic si è prodigata, insieme alla Icddr,b (International Centre for Diarrhoeal Disease Research Bangladesh) e alla Caritas, per costruire quanti più rifugi possibili in Jutin per le famiglie bisognose.
“Durante la costruzione dei rifugi, l’impressione sia da parte di Icddr,b che degli esperti di rifugi è stata soddisfacente poiché abbiamo scoperto che questo materiale può essere facilmente assemblato e riparato con gli strumenti disponibili localmente. I muratori sono stati in grado di realizzare i rifugi con un addestramento minimo” ha commentato la dottoressa Farjana Jahan, che si occupa di malattie infettive per la Icddr,b.
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