Disturbo che spesso crea ansia e disagio in chi ne soffre, la balbuzie in realtà non va temuta ma affrontata di petto: ecco cosa si può fare
Tutti conosciamo qualcuno che ne soffre o ne ha sofferto. Spesso è difficile relazionarsi con queste persone poiché, se da un lato le si vuole lasciare il tempo per finire le frasi, dall’altro si crea una situazione di tensione e di imbarazzo che non mette nessuno a proprio agio.
Definita come uno dei disordini del linguaggio, si concretizza in un’alterazione del versante elocutorio e provoca delle ripetizioni totalmente involontarie di sillabe o di intere parole, come il prolungamento di alcuni suoni. Ecco tutte le sue caratteristiche: come si presenta, perché e come si può controllare e curare.
Tutto quello che devi sapere sulla balbuzie
Nella maggior parte dei casi, la balbuzie compare nel bambino tra i 3 e i 6 anni, sebbene ci siano alcuni casi di comparsa in età adolescenziale o addirittura adulta. Spesso è provocata da fattori genetici ed emotivi, come un isolamento sociale o una deprivazione affettiva. Fino a qualche decennio fa, si credeva che il balbuziente avesse qualche difficoltà non solo verbale ma anche d’intelletto: oggi, invece, si sa che chi soffre di balbuzie ha esattamente le stesse capacità intellettive di tutti gli altri.
Se avete un bambino piccolo e avete notato che tende a balbettare, non disperatevi e parlatene subito con il pediatra, che saprà consigliarvi la strada migliore. Innanzitutto, però, non cercate di aiutarlo tramite inviti come “non ti agitare” o “parla piano“, ma lasciatelo libero di sperimentare da solo i propri limiti e le proprie strategie per superarli. Spesso, la balbuzie è qualcosa che scompare spontaneamente con l’avanzare dell’età ma, se non scompare, gli esperti consigliano una rieducazione logopedica.
In età adulta, la balbuzie può comparire in seguito a ictus, traumi cranici, eventi neurologici, abuso di droghe, stress fisico e psicologico o eventi traumatici come lutti o cose del genere. Inoltre, la balbuzie può presentarsi insieme a particolari movimenti come un’oscillazione della mandibola, dei tic facciali o del corpo o ammiccamenti involontari. Se soffrite di questo disturbo o avete a fianco qualcuno che ne soffre, cercate di viverlo come un qualcosa di naturale e passeggero e lasciatelo libero di prendersi il proprio tempo per finire le frasi: la fiducia nelle sue capacità è una delle prime strade da percorrere.