L’allarme lanciato dal britannico The Guardian: il glifosato, ovvero l’erbicida e pesticida più diffuso al mondo, è stato ritrovato in molti alimenti per la prima colazione.
Dopo aver potuto esaminare alcuni documenti della Food and Drug Administration statunitense (FDA), ovvero l’ente governativo che si occupa della regolamentazione di prodotti alimentari e farmaceutici, il The Guardian ha lanciato l’allarme per mezzo stampa: il glifosato è presente in diversi alimenti di uso comune per la prima colazione.
Si tratta quindi di cereali, biscotti, cracker ed anche di miele. Almeno in prevalenza perché, come riportato dal The Guardian, “la FDA ha avuto problemi nel trovare cibo che non porti tracce del pesticida”. Ciò significa quindi che la lista degli alimenti in cui è presente è assai più lunga e comprende prodotti a base di mais, di avena, di grano e di soia.
La Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro, nata a Milano nel 1965, ribadisce la classificazione del glifosato nel gruppo 2A, ovvero tra i pesticidi probabilmente cancerogeni. Quando venne introdotto in commercio dalla multinazionale Monsanto negli anni Settanta dello scorso secolo, venne scelto perché rispetto a prodotti analoghi la sua tossicità risultava minore. Per questo motivo, oltre ad essere usato come erbicida in agricoltura, venne introdotto anche nelle città, soprattutto lungo gli assi stradali e ferroviari, con lo stesso obiettivo di debellare le erbe infestanti.
Quali alimenti contengono con maggior probabilità tracce di glifosato
Proprio a causa della classificazione nel gruppo 2A delle sostanze probabilmente cancerogene, pur non essendo certo come per esempio il fumo e l’alcol che invece appartengono al gruppo 1, la notizia deve porci senz’altro in allerta. A oggi abbiamo prove sufficienti, anche se sono state in alcuni casi criticate, che il glifosato risulti cancerogeno per gli animali, ma non altrettanto sufficienti per quanto riguarda l’uomo. Ed ecco il perché del termine “probabile” riferito al potere cancerogeno del pesticida sugli esseri umani.
Tuttavia è bene essere al corrente che il rischio c’è e che le tipologie di alimenti più esposte sono i cereali come il mais, la soia, lorzo, l’avena, il sorgo, ed ancora i piselli, i fagioli, il frumento, la segale, la triticale, il cotone, la senape, la colza ed il lino, oltre anche alle olive e dunque all’olio. Ed essendo così diffuso, stilare una lista di tutti i marchi che ne presentano tracce risulterebbe potenzialmente fuorviante senza essere al corrente dell’esatta quantità e specifica tipologia per ciascuno.
Tuttavia possiamo valutare un dato importante: glifosato ed altri erbicidi sono vietati nell’agricoltura biologica. E le aziende che vogliono mantenere la certificazione Bio sono obbligate a rispettare limiti assai stringenti che, in teoria, sgombrerebbero il campo da dubbi riguardo alla possibile presenza del glifosato nei loro prodotti. Tuttuavia occorre essere al corrente che il rischio zero di presenza del pesticida in realtà non esiste: e la causa va ricercata in eventi di contaminazione come allagamenti, trasporto tramite falde, per via aerea ed altro che, va detto, possono succedere. Oltre a restare vigili ed in allerta, dobbiamo quindi allarmarci?
Non serve: meglio badare alla propria spesa, preferendo cibi il più possibile naturali, differenziando nel tempo e senza mai abusare nei confronti di una specifica qualità, tipologia o marca. E continuare a mantenersi aggiornati per conoscere gli sviluppi degli studi, delle ricerche e delle scoperte in divenire a riguardo.