Purtroppo, il prezzo della carne di pollo sarà presto raddoppiato. E l’’inflazione non c’entra nulla: ecco che cosa sta succedendo
Negli ultimi mesi i prezzi dei beni al consumo sono aumentati in modo vertiginoso, in particolare a causa della crisi economica che ha colpito l’Europa.
Tuttavia, ci sono alcuni prodotti che stanno subendo aumenti di prezzo ancora più drastici. Uno di questi è la carne di pollo, il cui prezzo è destinato a raddoppiare. A differenza di altri prodotti che subiscono un aumento di prezzo a causa dell’inflazione, in questo caso ci sono altre ragioni che stanno portando a questo incremento così importante. Nel resto dell’articolo cercheremo di capire meglio cosa sta succedendo e quali sono le ragioni dietro a questo aumento di prezzo così elevato.
Perché la carne di pollo è raddoppiata
La ragione principale dietro all’aumento del prezzo della carne di pollo è legata ad alcune raccomandazioni dell’autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa). Se queste raccomandazioni dovessero essere approvate, potrebbero portare ad un raddoppio del prezzo della carne di pollo. Le misure in questione sono volte a migliorare il benessere degli animali utilizzati per la produzione di carne, come i polli da carne e le galline ovaiole. Ciò significa che non saranno più ammessi mutilazioni del becco, gabbie ed enormi densità di animali in spazi ristretti.
Le raccomandazioni dell’autorità europea per la sicurezza alimentare potrebbero avere conseguenze significative per le industrie di pollame. Se diventeranno vincolanti, le aziende agricole dovranno investire notevolmente per adeguare i loro allevamenti alle nuove normative. Tuttavia, molti rappresentanti del settore temono che questi costi potrebbero essere troppo elevati, specialmente per le piccole aziende, e potrebbero portare a una riduzione della produzione di carne di pollo. Inoltre, l’inclusione degli allevamenti di pollame nella direttiva sulle emissioni industriali potrebbe aumentare i costi per le aziende e renderle meno competitive sul mercato.
Le preoccupazioni maggiori da parte delle organizzazioni agricole, infatti, non sembrano riguardare le misure in sé, ma come queste non sembrano tenere conto di un contesto altamente concorrenziale. Le aziende, infatti, hanno espresso la loro preoccupazione a Bruxelles in quanto non sembrano essere tutelate dalla concorrenza internazionale giudicata “feroce”. In particolare, Paesi emergenti come Cina, India e Turchia, offrono materie prime ad un prezzo molto inferiore.
Una situazione che potrebbe portare ad un depotenziamento delle aziende comunitarie a favore di un aumento dell’import relativo ai Paesi extraeuropei. Ma il problema sembrerebbe essere anche l’alta richiesta da parte di molti cittadini che vorrebbero un miglioramento delle condizioni degli allevamenti intensivi.