Un’attività da svolgere almeno una volta alla settimana sembra un toccasana per la serenità familiare. Ecco cos’hanno scoperto gli scienziati.
Per essere più felici e rilassati coi familiari può essere utilissima una pratica molto semplice che non richiede alcuna particolare difficoltà se non il minimo sindacale di costanza e regolarità.
In un tempo dove la schermatura tecnologica della nostra esistenza avanza sempre più e dove i confini tra naturale e artificiale sembrano assottigliarsi non stupisce che sia scattata una salutare corsa a rivalutare i benefici del contatto con la natura.
Si parla ad esempio di eco-therapy, l’ecoterapia che mira a farci entrare in un contatto più profondo con l’ambiente circostante per equilibrare mente e corpo. Si tratta essenzialmente di passare del tempo “outdoor“, magari camminando in mezzo alla natura.
Ma a quanto pare fare attività all’aria aperta e vivere esperienze nella natura è un toccasana che non fa solo bene al benessere psicofisico individuale. Anche in famiglia si sta meglio passando delle giornate fuori.
È quanto accade alle famiglie outdoor, quelle abituate a trascorrere insieme giornate all’aperto. Secondo una ricerca dell’Università dell’Illinois – apparsa su The Journal of Family Theory & Review – proprio queste famiglie sono più felici. Questo perché la natura sembra avere il potere di risanare anche i rapporti familiari oltre che quello di renderci meno irritabili.
Lo studio sostiene che passando del tempo immersi in un ambiente naturale si notano dei miglioramenti nella concentrazione individuale, che aiutano il singolo a intuire in anticipo le intenzioni altrui. In questo modo è più facile prevenire potenziali situazioni di conflitto. Insomma, stare in mezzo alla natura rasserena gli animi e questa accresciuta serenità si riflette di conseguenza all’interno della famiglia, portando benefici nei rapporti tra i membri del nucleo familiare.
Dina Izenstark, coautrice della ricerca, lo esprime in termini chiari: «Quando si ripristina l’attenzione a ciò che ci circonda, si ritorna in grado di cogliere più facilmente i segnali sociali, ci si sente meno nervosi e si ha più autocontrollo». Nello studio, prosegue l’esperta, «teorizziamo che quando si riproduce questa situazione, la maggiore attenzione al contesto si riflette anche sui rapporti interpersonali, aiutando ad andare più d’accordo con la propria famiglia».
La ricerca evidenzia anche l’importanza della ritualità degli appuntamenti con la natura. Passeggiare in montagna tra i boschi nel fine settimana o andare nel parco nel pomeriggio è un rito che crea e cementa l’unione tra i membri della famiglia. Immergersi nella natura vuol dire mettere tra parentesi gli schemi abituali e riuscire finalmente a dare un po’ di relax al nostro cervello.
In sostanza, una boccata d’aria anche psicologica per chi, come noi abitanti di città sempre più simili a tecnopoli, vive la gran parte del tempo in una condizione di “saturazione tecnologica“. Questo stato d’animo però affatica la mente costringendola a un’attenzione diretta e costante.
Invece uscire per fare una passeggiata nel verde della natura ci permette di ripristinare livelli di concentrazione più sani – perché più a misura d’uomo, diciamolo – grazie al sollievo generato dallo stupore nei riguardi di quello che ci circonda.
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