“Forse non tutti sanno che..” recita il titolo di un noto passatempo della Settimana Enigmistica. Ma attenzione: perché, come sappiamo, la legge non ammette ignoranza.
Gli impianti di condizionamento che abbiamo in casa oppure in ufficio sottostanno a precise norme e regole che ne disciplinano le caratteristiche per una corretta installazione, un funzionamento ottimale ed anche per la manutenzione da svolgere nel tempo. E questa, in alcuni casi, è obbligatoria per garantire la salubrità dell’aria entro cui gli impianti sono a regime e, di conseguenza, la salute di chi abita e frequenta quegli ambienti.
Solitamente il produttore ed il venditore si premurano di informare l’acquirente riguardo alla normativa da rispettare per quanto concerne le manutenzione, in modo che questi ne sia al corrente e possa effettuarla regolarmente in base alle indicazioni ricevute. Tuttavia può capitare che l’impianto venga preso in carico da un nuovo un nuovo proprietario e che questi non venga messo opportunamente al corrente delle scadenze da rispettare.
Secondo la legge in vigore, le operazioni di manutenzione sugli impianti di condizionamento devono essere svolte regolarmente da ditte certificate e personale qualificato, in possesso di patentino FGAS (ovvero il patentito per addetti ai gas fluorurati). E chi non le esegue può incorrere, a seguito di controlli, a sanzioni anche particolarmente salate. Scopriamo chi nel dettaglio.
Chi è obbligato e chi no ad eseguire manutenzione sugli impianti di condizionamento
Le leggi in materia attualmente in vigore ed aggiornate all’anno in corso 2023 stabiliscono che controlli periodici di manutenzione degli impianti di condizionamento sono obbligatori nei casi in cui abbiano una potenza termica superiore ai 12 kW. Dunque sono esenti dall’obbligo tutti i sistemi con potenza al di sotto di tale soglia.
Se in casa o in ufficio disponiamo di un sistema di condizionamento di potenza termica superiore ai 12 kW, abbiamo anche un libretto di impianto dedicato proprio alla registrazione delle operazioni di manutenzione effettuate nel corso del tempo. Ed anche se gli impianti di potenza inferiore non devono rispettare l’obbligo, è comunque buona norma provvedere alla manutenzione con regolarità tanto per la qualità dell’aria e dunque per la nostra salute quanto per garantire al meglio ed il più a lungo possibile l’efficienza dell’impianto.
Solitamente la legge prevede tempistiche di opere specifiche di manutenzione ogni 2 oppure ogni 4 anni, in base ai differenti tipi di modelli ed alle potenze termiche di macchine frigorifere e di pompe di calore. L’ideale è verificare le caratteristiche del proprio impianto ed accertarsi che sia a norma per non incorrere nel rischio di farsi trovare in fallo in caso di un’inaspettato – ma comunque previsto dalla legge – controllo o ispezione.