Galyn Susman, la dipendente Pixar acclamata 25 anni fa come un'”eroina”, è stata messa alla porta dalla Disney. Ecco perché.
La scorsa settimana la Disney ha licenziato 75 dipendenti dello studio di animazione Pixar, e tra le persone coinvolte ci sono alcuni membri del personale senior di vecchia data. A partire da Angus MacLane, regista di Lightyear – La vera storia di Buzz (che era lì da 26 anni) e dalla produttrice Galyn Susman, famosa per essere stata colei che “salvò” Toy Story 2.
Come raccontato numerose volte in questi anni, durante la produzione di Toy Story 2, correva il 1998, un animatore intento a ripulire alcuni file un giorno cancellò accidentalmente quasi due anni di lavoro del team sul film. L’intera azienda precipitò nel panico.
Le ragioni dietro alla decisione della Disney
Per via di quell’incidente alcuni dei lavori di animazione – i più recenti – andarono completamente persi. Quanto a Toy Story 2 – un film che richiedeva anni per essere prodotto – inizialmente si pensò che non sarebbe stato un grosso problema: c’erano i nastri di backup. Ma il team si è presto reso conto che anche questi ultimi erano stati danneggiati e l’animazione ripristinata non funzionava.
In un clima di rassegnata disperazione, qualcuno ebbe un’idea. Il direttore tecnico supervisore Galyn Susman, allora neo-mamma, aveva fatto molto lavoro da casa e aveva i suoi backup personali. Prese la sua Volvo e si precipitò a recuperare tutto il materiale, per poi riportarlo in azienda e affidarlo alle mani del suo team. E avvenne il miracolo.
L’idea di Galyn Susman funzionò. La re-integrazione dei dati richiese un sacco di lavoro, ma alla fine ogni casella tornò al suo posto e il film fu sano e salvo. E poi? Almeno per un certo periodo, Susman, i suoi backup e la sua Volvo furono una leggenda, al netto dei cambiamenti apportati dalla dirigenza Pixar a Toy Story. Ma col tempo le cose sono cambiate.
E arriviamo così al 2023: Disney sta tagliando personale e spettacoli televisivi, e tra i licenziati c’è proprio Susman. Il motivo? Secondo l’agenzia Reuters, la scarsa performance al botteghino di Lightyear, ma anche una grossa arrabbiatura dell’azienda per il fatto che “Lightyear sia stato oscurato in 14 paesi del Medio Oriente e dell’Asia a causa della rappresentazione di una relazione omosessuale“, che “ha avuto un impatto sulla sua performance in termine di vendite”. È il cinema, bellezza.