Finalmente la fibromialgia è stata riconosciuta come patologia invalidante. Chi ne è affetto può ricevere molti soldi.
C’è una malattia che, solo in Italia, colpisce circa 3 milioni di persone. Si tratta di una patologia altamente invalidante ma che non viene riconosciuta come tale. Si tratta della fibromialgia. Fortunatamente qualcosa sta cambiando e presto i pazienti potrebbero ricevere tanti soldi dall’Inps.
La fibromialgia è una sindrome cronica che in Italia colpisce circa 3 milioni di persone. Le cause di questa patologia sono tutt’oggi ignote e i sintomi possono variare da soggetto a soggetto. Alcuni accusano stanchezza cronica mentre in altri si manifestano anche disturbi cognitivi. Ciò che accomuna tutte le persone affette da fibromialgia è, però, il dolore cronico: un dolore così invalidante da rendere a volte impossibile qualsiasi attività.
Sembra assurdo ma la fibromialgia non è inserita nei LEA. Pertanto chi ne soffre non ha nessun accesso a percorsi di assistenza finalizzati alla diagnosi, cura e riabilitazione della malattia. In pratica in Italia la fibromialgia è una patologia che, seppur molto invalidante, è «invisibile» anche al Servizio sanitario nazionale. Di conseguenza un soggetto affetto da fibromialgia si trova, talvolta, nella condizione di non poter lavorare ma non ha diritto ad alcuna pensione di invalidità.
Fibromialgia: ecco cosa cambia
Come abbiamo visto la fibromialgia ha un notevole impatto non solo sulla salute ma anche sulla condizione economica di chi ne soffre. Infatti il 35-50% dei pazienti affetti da questa malattia non lavora e una persona su tre ritiene di non poter lavorare a causa del dolore cronico. Ma, non essendo mai stata riconosciuta come patologia invalidante dal Sistema Sanitario Nazionale, i malati non possono ricevere alcun tipo di pensione né possono ricorrere alla legge 104. Fortunatamente qualcosa sta cambiando.
Di recente il Comitato Fibromialgici Uniti ha presentato una proposta di legge intitolata «Disposizioni in favore delle persone affette da fibromialgia o sindrome fibromialgica». Se la proposta verrà approvata, i pazienti affetti da fibromialgia avranno diritto all’esenzione della partecipazione alla spesa per le correlate prestazioni sanitarie.
Non solo. La proposta di legge prevede l’istituzione su scala nazionale e regionale di programmi socio-sanitari finalizzati alla prevenzione primaria, secondaria e terziaria della malattia. Ad oggi non è ancora chiara la causa scatenante della fibromialgia. La prevenzione a cui fa riferimento la proposta di legge prevede la realizzazione di strumenti – anche sperimentali – che permettano di intervenire quando la patologia è sul nascere in modo da frenare il più possibile lo sviluppo dei sintomi.
Inoltre, con il tempo, si potrebbe arrivare ad avere strumenti sempre più evoluti in grado di diagnosticare questo disturbo in tempi sempre più rapidi in modo da intervenire in maniera sempre più mirata ed efficace. Tutto ciò andrebbe a beneficio non solo dei pazienti affetti da fibromialgia ma di tutta la collettività in quanto queste persone tornerebbero ad essere molto più produttive.