I primi segni dell’Alzheimer potrebbero apparire nei tuoi occhi: controlla questi dettagli

Una delle peggiori malattie del nostro tempo, l’Alzheimer, può iniziare a manifestarsi negli occhi: lo rivela un nuovo importante studio scientifico.

Gli occhi sono più di una finestra sull’anima: sono anche un riflesso della salute cognitiva di una persona. “L’occhio è la finestra nel cervello”, afferma l’oftalmologo Dr. Christine Greer, direttore dell’educazione medica presso l’Istituto per le malattie neurodegenerative di Boca Raton, in Florida. “Puoi vedere direttamente nel sistema nervoso guardando nella parte posteriore dell’occhio, verso il nervo ottico e la retina“.

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La salute dei nostri occhi può dirci molte cose sul rischio di Alzheimer – Pixabay (Liquida.it)

Un giorno i medici potrebbero essere in grado di utilizzare gli esami della vista per identificare il declino cognitivo agli stadi iniziali. Intanto, una nuova ricerca ha esplorato come l’occhio può aiutare a diagnosticare la malattia di Alzheimer prima che i sintomi inizino a manifestarsi. Quando la memoria e il comportamento sono compromessi, la malattia è già in una fase ben avanzata.

Le avvisaglie dell’Alzheimer da non sottovalutare

La malattia di Alzheimer inizia nel cervello decenni prima dei sintomi iniziali di perdita di memoria“, spiega alla Cnn il dottor Richard Isaacson, neurologo esperto di prevenzione dell’Alzheimer. Se i medici sono in grado di identificare la malattia nelle sue prime fasi, i pazienti possono fare scelte di vita sane e controllare i “fattori di rischio modificabili, come l’ipertensione, il colesterolo alto e il diabete”.

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Nuovi test oculistici potrebbero essere ben di grande aiuto nella diagnosi precoce di Alzheimer – Pixabay (Liquida.it)

Un nuovo studio ha esaminato i tessuti della retina e del cervello di 86 donatori con diversi gradi di declino mentale. “Il nostro studio è il primo a fornire analisi approfondite dei profili proteici e degli effetti molecolari, cellulari e strutturali dell’Alzheimer nella retina umana e di come corrispondono ai cambiamenti nel cervello e nella funzione cognitiva”, sottolinea Maya Koronyo-Hamaoui, professore di neurochirurgia e scienze biomediche al Cedars-Sinai di Los Angeles.

I cambiamenti nella retina sono correlati ai cambiamenti in aree del cervello che gestiscono la memoria, l’orientamento e la percezione del tempo“, ha aggiunto Koronyo-Hamaoui. I ricercatori hanno raccolto campioni di tessuto di donatori affetti da Alzheimer grave e decadimento cognitivo lieve, confrontandoli con quelli di donatori con funzioni cognitive normali. Lo studio, pubblicato su Acta Neuropathologica, rileva aumenti significativi della beta-amiloide, un marcatore chiave dell’Alzheimer, nei soggetti colpiti dalla malattia e con declino cognitivo precoce.

Nei soggetti con problemi cognitivi il numero di cellule deputate alla riparazione e al mantenimento di altre cellule, inclusa la rimozione dell’amiloide-beta dal cervello e dalla retina, è inferiore anche dell’80%. Di conseguenza, nuovi test oculistici potrebbero essere di grande aiuto nella diagnosi precoce. “Questi risultati potrebbero portare allo sviluppo di tecniche di imaging che ci consentono di diagnosticare l’Alzheimer prima e in modo più accurato – conclude Isaacson -. E monitorare la sua progressione in modo non invasivo guardando nell’occhio”.

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