Annuncio che mette paura quello divulgato dal Ministero della Salute. Sotto la lente d’ingrandimento lo snack più amato: ecco i pericoli
Sappiamo bene tutti quanto sia fondamentale concedersi, durante la giornata, qualche spuntino. Questi, infatti, sono degli ottimi spezza fame che aiutano a non arrivare ai pasti con una fame da lupi: in questo modo, ci si concede un boost di energia anche a metà mattina e a metà pomeriggio e si arriva a tavola con una fame più moderata e quindi più governabile.
I nutrizionisti, quindi, consigliano di approfittare delle merende di metà mattina e di metà pomeriggio per gustarsi un po’ di frutta fresca e secca. Con le loro caratteristiche nutrizionali sono perfette per donare energia e per non riempire troppo lo stomaco. In realtà, però, nelle ultime ore il Ministero della Salute ha diramato un allarme importante: massima attenzione per questo snack.
Mandorle sgusciate, è allarme: ecco cosa si rischia
Nelle ultime ore, il Ministero della Salute ha diramato un richiamo precauzionale, da parte del produttore, di diversi lotti di mandorle sgusciate. I marchi coinvolti sono Dattilo, Movida Catering e I&D Srl: la motivazione è la possibile presenza di aflatossine. Per Dattilo, si tratta dei lotti numero 277/22 e 290/22 e di confezioni da 40 g ciascuno. Invece per Movida Catering l’allarme riguarda i secchielli da 700 grammi con i numeri di lotto 270/22, 294/22 e 273/22 e i secchielli da 1 kg con i numeri di lotto 277/22 e 291/22. Infine per I&D, invece, sono state ritirate le vaschette compostabili da 200 e 400 g con i numeri 279/22, 280/22 e 295/22.
Le mandorle sgusciate richiamate sono state tutte prodotte dal fornitore spagnolo Almendras Lopez e commercializzate da I&D, che ha la sede a Frattamaggiore (NA) in via Montegrappa. Solo per una questione cautelativa, l’azienda consiglia di non consumare le mandorle dei marchi e dei lotti sopra elencati e di riportare le confezioni al punto vendita.
Secondo quanto emerso dagli ultimi studi effettuati sulle mandorle, l’aflatossina è stata riscontrata nella farina di mandorle realizzata da un produttore italiano che aveva acquistato lo stesso lotto di mandorle dal medesimo fornitore indicato sopra. Avendo lui supposto che l’aflatossina provenisse dalle mandorle, ha effettuato la segnalazione. Secondo le recenti analisi, però, sembra che la materia prima abbia certificato in queste ultime ore la sua completa salubrità. Pare che le aflatossine si siano sviluppate durante il processo di lavorazione delle mandorle per l’ottenimento della farina.