In pensione prima per chi ha un’invalidità: fondamentale la percentuale del verbale INPS

Chi ha un’invalidità certificata può andare in pensione prima ma è determinante la percentuale del verbale dell’Inps.

I lavoratori con disabilità possono beneficiare di diverse misure di prepensionamento a condizione che, nel verbale dell’Inps, venga riconosciuta una certa percentuale di invalidità. Vediamo insieme tutti i dettagli.

Pensione anticipata per gli invalidi
Le persone con invalidità possono beneficiare della pensione anticipata/ Liquida.it

In Italia la pensione di vecchiaia è stata fissata – dalla legge Fornero- a 67 anni con 20 di contributi. In assenza del requisito contributivo si dovrà continuare a lavorare fino a 71 anni. In alternativa si può andare in pensione a prescindere dall’età anagrafica al raggiungimento di 42 anni e 10 mesi di contributi o 41 anni e 10 mesi per le donne.

Tuttavia ci sono casi in cui è possibile andare in pensione prima. I lavoratori affetti da disabilità certificata, ad esempio, hanno diverse opzioni per ritirarsi prima dal lavoro. È però determinante, ai fini del prepensionamento, la percentuale di invalidità che viene riconosciuta dell’Inps.

Pensione anticipata per i lavoratori invalidi

La riforma delle pensioni è attualmente oggetto di discussione tra Governo e sindacati. Giorgia Meloni e il suo team vorrebbero, infatti, superare la legge Fornero quanto prima ma la situazione economica dell’Italia non lo consente. Per questo molte misure di prepensionamento sono a rischio e potrebbero scomparire già nel 2024. Per tutto il 2023, tuttavia, i lavoratori disabili possono ancora percorrere le strade che vi elenchiamo di seguito.

Invalidità e pensione anticipata
È determinante la percentuale di invalidità per andare prima in pensione/ Liquida.it
  • Ape sociale

Ape sociale consente di andare in pensione a 63 anni con 30 di contributi purché sia stata riconosciuta una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 74%. L’importo dell’assegno mensile è pari al valore della pensione maturata al momento in cui si presenta la domanda, ma non può essere superiore a 1.500 euro lordi al mese.

  • Quota 41

Quota 41 si rivolge ai lavoratori precoci. Questa forma di prepensionamento consente di ritirarsi dal lavoro al raggiungimento di 41 anni di contributi purché almeno 1 anno sia stato versato prima di aver compiuto 19 anni. Anche in questo caso, per percorrere questa strada, l’invalidità deve essere almeno del 74%.

  • Opzione donna

Come dice il nome stesso, questa misura si rivolge unicamente ad una platea femminile. Opzione donna riguarda solo 3 categorie specifiche: lavoratrici con invalidità pari o superiore al 74%, caregiver, dipendenti di aziende in crisi. Questa forma di prepensionamento consente di ritirarsi a 60 anni – 59 in presenza di un figlio, 58 in presenza di due o più figli- con 35 di contributi.

  • Pensione di vecchiaia per invalidi civili

La pensione di vecchiaia per invalidi civili è un’altra soluzione previdenziale anticipata accessibile ai lavoratori e alle lavoratrici invalidi. A differenza delle precedenti misure, per accedervi è necessario che la riduzione della capacità lavorativa sia almeno dell’80% e gli anni di contributi devono essere almeno 20. In presenza di entrambi i requisiti, gli uomini potranno andare in pensione a 61 anni e le donne a 56. Ma se l’invalidità riguarda la vista allora gli uomini potranno andare in pensione a 56 anni e le donne a 51. Questa misura, però, è accessibile soltanto ai lavoratori e alle lavoratrici dipendenti del settore privato.

Infine con un’invalidità pari o superiore a 2/3 si ha diritto all’Assegno ordinario di invalidità, mentre con un’invalidità totale del 100% si può presentare domanda per la pensione di inabilità lavorativa. In questo caso è sufficiente aver versato solo 5 anni di contributi di cui almeno 3 versati negli ultimi 5 anni prima della domanda di pensione. Possono fare domanda i lavoratori dipendenti, parasubordinati e autonomi iscritti all’AGO dell’INPS mentre non possono percorrere queste strade i dipendenti della pubblica amministrazione per i quali sono previste altre tre tipologie di pensione anticipata.

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