È uno dei quadri più popolari al mondo e dopo oltre mezzo millennio dalla sua realizzazione continua a svelare dettagli e particolari inediti.
“Monna Lisa”, “La Gioconda”, “Il capolavoro di Leonardo”, “Il ritratto più importante della storia dell’arte”: le definizioni e gli appellativi che sono stati al ritratto di Lisa Gherardini, moglie di Francesco del Giocondo, realizzato da Leonardo da Vinci con ogni probabilità tra il 1503 ed il 1506, si perdono letteralmente nella storia.
Dell’opera pittorica si è parlato e discusso in lungo ed in largo, per secoli e secoli ed in ogni angolo del pianeta, tanto da appassionati ed addetti ai lavori quanto da semplici curiosi, ai quali risulta impossibile – al pari di critici e storici specializzati – rimanere estranei al fascino, alla bellezza ed all’enigmaticità magnetica che il genio rinascimentale toscano è riuscito a riportare sulla tela.
O più propriamente: su una tavola di pioppo, spessa poco più di un centimetro, larga 53 ed alta 77. Un gioiello pittorico di dimensioni contenutissime e tuttavia di una grandezza ritenuta universale, sconfinata, che continuerà ad incuriosire e ad ispirare per un tempo che risulta davvero impossibile da calcolare. E che, costantemente, torna a far parlare di sé.
La scoperta del dettaglio del ponte sullo sfondo: ecco quale potrebbe avere ispirato Leonardo
È stata una ricerca condotta dallo storico e filosofo italiano Silvano Vinceti a svelare un nuovo dettaglio dello sfondo del quadro, affascinante, enigmatico e dibattuto nel corso dei secoli non meno del volto della Monna Lisa. E riguarda il ponte: “Si tratta del ponte etrusco-romano Romito o ponte di Valle – ha dichiarato lo storico all’Ansa – collocato nel comune di Laterina in provincia di Arezzo”.
La ricerca, a cui ha collaborato anche l’associazione culturale La Rocca di Campi Bisenzio, pare non lasciare dubbi: “Attualmente del ponte rimane un solo arco – ha proseguito a spiegare Vinceti all’Ansa – ma nel periodo tra il 1501 e il 1503 il ponte era in funzione e frequentatissimo, come attesta un documento sullo stato dei manufatti nelle proprietà della famiglia dei Medici, ritrovato negli archivi di Stato di Firenze”.
I nuovi documenti ritrovati, insieme a studi fotografici effettuati anche con droni ed infine ad una ricostruzione virtuale del ponte, mostrano numerosissime corrispondenze tra il ponte Romito e il ponte presente alle spalle di Monna Lisa. E non solo: “L’analisi delle immagini scattate col drone e dei documenti storici – ha concluso Vinceti – ci ha permesso di individuare, con un alto livello di probabilità, il paesaggio dipinto nella parte bassa a sinistra della Gioconda. Ovvero il complesso di balze o piramidi di terra nella zona del Val d’Arno superiore”. Dunque tassello dopo tassello, sempre più misteri della Gioconda vengono svelati. Ma chissà quanti continueranno a emergerne e ad offrire ancora nuove testimonianze che Leonardo ci ha lasciato in dote.