La decisione del governo Meloni di riformare gli scaglioni Irpef riducendo le aliquote da quattro a tre, avrà delle conseguenze sul piano degli introiti per ogni famiglia. Ecco chi ne trarrà maggior vantaggio.
Ormai è cosa certa, come deciso dall’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, gli scaglioni Irpef verranno ridotti passando da quattro a tre.
Verranno dunque a modificarsi anche le relative aliquote, elemento questo che avrà come conseguenze una variazione di quelli che sono gli introiti per ogni contribuente e, quindi, per ogni famiglia. A oggi gli scaglioni sono: fino a 15mila euro (di reddito imponibile), tra 15.001 e fino a 28mila, tra 28.001 e fino a 55mila e da 55.001 in su con, rispettivamente, un’aliquota del 23%, del 25%, del 35% e del 43%. E già si trattava di una rimodulazione rispetto al 2021.
A cambiare, con la nuova riforma, sarà in particolare il primo scaglione: approvata la legge delega il governo ha tempo due anni per completare la riforma fiscale, anche se l’obiettivo pare sia quello di avviare la nuova tassazione Irpef già dal 2024, per andare a riordinare un importante tassello del sistema tributario. Anche se lo scopo ultimo sembra quello di arrivare alla flat tax entro la fine della legislatura.
Cambiano le aliquote Irpef, ma chi risparmia e chi ci perde? Le ipotesi
Ricordiamo che con Irpef si fa riferimento all’imposta sul reddito delle persone fisiche: il suo importo è progressivo, e dunque viene ad aumentare con la crescita del reddito ed il sistema di tassazione viene per l’appunto regolato da specifiche aliquote assegnate ai diversi scaglioni reddituali.
Con la nuova riforma fiscale dovrebbero essere accorpati i primi due scaglioni portando a tre le aliquote: la prima aliquota del 23% verrebbe applicata a redditi fino a 28mila euro; da 28mila a 50mila euro l’aliquota sarebbe al 35% ed oltre i 50mila euro sarebbe invece al 43%. Una seconda ipotesi sul tavolo prevede di rimodulare, per lo scaglione di reddito fino a 15mila euro, l’aliquota al 23% oppure di ridurre la seconda aliquota che passerebbe da 35 al 27%.
A trarne beneficio sarebbe in primis la classe media: riducendo le aliquote il carico fiscale verrebbe alleggerito, in alcuni casi non di poco. A fare alcune simulazioni in merito ci ha pensato la Fondazione nazionale commercialisti basandosi sulle tre tipologie di reddito principali, ovvero dipendente, pensionato e autonomo e prendendo in esame quattro soglie di reddito ovvero 20mila, 35mila, 50 e 60mila. Sono stati a quel punto messi a confronto tre scenari sia con il sistema delle quattro aliquote che con il sistema a tre aliquote.
Nuove aliquote: i tre possibili scenari
Stando alle ipotesi, i redditi più bassi (fino a 20mila euro) potrebbero andare incontro ad una perdita di 150 euro con l’ipotesi delle tre aliquote da 23, 28 e 43%. Risparmieranno circa 100 euro coloro i quali dichiarano 35mila euro. Benefici sono invece assicurati per le fasce alte di reddito: chi guadagna tra 50 e 60mila euro potrebbe risparmiare tra 260 e 1.150 euro.
Il secondo scenario, con le variazioni delle fasce reddituali, porterebbe a tutti un guadagno/risparmio di 100 euro (fino a 20mila euro) di 400 euro (fino a 35mila) e di 700 euro per gli altri redditi. Esiste poi una terza ipotesi che garantirebbe un risparmio di 100 euro alla fascia più bassa e 260 euro per tutti gli altri redditi.