Si tratta per il momento di ipotesi al vaglio del Governo: tra le proposte, ridurre significativamente fino, in alcuni casi, ad azzerare l’IVA su beni alimentari.
Il vice Ministro dell’Economia Maurizio Leo ha confermato che tra le ipotesi per la riforma fiscale attualmente al vaglio del Governo potrebbe essere inclusa anche una manovra di significativa riduzione dell’IVA sui beni alimentari. In alcuni casi, l’IVA potrebbe essere anche del tutto azzerata.
Sempre il Ministro Leo, inoltre, durante la presentazione dei risultati ottenuti lo scorso anno dall’Agenzia delle Entrate tenutasi alla Camera dei Deputati, ha confermato anche che la riforma fiscale potrebbe essere discussa già durante il prossimo Consiglio dei Ministri, previsto per questa settimana.
Dunque si tratterebbe di una sorta di meccanismo di esenzione per alcuni beni di prima necessità, simile a quello adottato per i vaccini anti Covid. La manovra, pensata a beneficio e sostegno dei consumatori ancora fortemente vessati dal periodo di rincari e di crisi economica, condurrebbe anche ad un allineamento tra l’Italia e l’Unione Europea in tema di imposta sul valore aggiunto applicata a beni di prima necessità.
Tra i beni alimentari al vaglio del governo, pane e pasta verrebbero completamente esentati dall’IVA e dunque decadrebbe l’attuale valore aggiunto pari al 4%. I prodotti invece attualmente al 10%, come carne e pesce, potrebbero passare ad un più 5%, subendo quindi un dimezzamento della maggiorazione dell’IVA.
In base alle prime stime, il costo della manovra ammonterebbe ad una forbice compresa tra i quattro ed i sei miliardi di Euro. Inoltre, tra le intenzioni del Governo la sottosegreteria al Ministero dell’Economia Sandra Savino ha sottolineato l’importanza di una accelerazione dei pagamenti dei crediti IVA, attraverso l’introduzione di misure di detrazione e di rimborsi che potrebbero semplificarne alcuni istituti.
Infine, in quanto alle aliquote fiscali, il Governo starebbe valutando l’introduzione di una nuova Ires, con l’obiettivo di arrivare a superare l’Irap attraverso l’adozione di due aliquote: la prima, definita di base, al 24%; la seconda, definita ridotta, al 15%, pensata per le imprese che decideranno di assumere nuovo personale e di operare investimenti per lo sviluppo delle proprie attività.
Per le aliquote Irpef, invece, si passerebbe dalle attuali quattro ad un totale ridotto a tre. Le riduzioni, tuttavia, non hanno per il momento incontrato i favori di Confindustria che, tramite il suo Presidente Carlo Bonomi, ha dichiarato: “Se si parla solo di rimodulazione di alcune aliquote, non è questa la strada”. Attendiamo quindi gli sviluppi che emergeranno durante il prossimo Consiglio dei Ministri.
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