TikTok spia gli utenti raccogliendo i loro dati per conto del governo di Pechino? Un ex dipendente accusa l’azienda.
Ecco quali sono le sue scottanti rivelazioni. ByteDance nega tutto e si difende dalle accuse. Ma TikTok è sempre più nell’occhio del ciclone negli States.
Da tempo TikTok è accusato di essere un cavallo di Troia del Partito Comunista Cinese, strumento di quella “guerra ibrida” che diventa sempre più centrale nei conflitti moderni dove soft power, propaganda, spionaggio e raccolta dati viaggiano spesso e volentieri attraverso il web, in particolare via social.
Un sospetto che pare confermato da un ex dipendente di ByteDance, la società cinese (fondata nel 2012 da Zhang Yiming) che gestisce TikTok. Il nome dell’ex dirigente è Yintao Roger Yu. Non è ben chiaro che ruolo ricoprisse all’interno dell’azienda con sede a Pechino. Di certo ci sono le sue accuse: Yu racconta di aver assistito a cose «sfacciatamente illegali». Dal canto suo ByteDance nega tutto ribattendo che l’accusatore ha lavorato soltanto per poco e per un’app di minore importanza (non TikTok ad ogni modo) successivamente cancellata.
TikTok sotto torchio negli Usa
È noto che TikTok è sotto le lenti delle autorità americane. Negli Usa ha dovuto affrontare una serie di ban a causa dei suoi legami col governo cinese. Tanto è vero che l’app, bandita dai dispositivi governativi, è finita nel mirino dell’Fbi, che ha fatto partire un’indagine. Per non parlare del fatto che il capo di TikTok, Shou Zi Chew, a marzo è stato torchiato per ore dal Congresso, che sta considerando seriamente l’ipotesi di bloccare la piattaforma in tutti gli Stati Uniti.
In questo scenario già teso arriva la denuncia presentata venerdì da Yu al tribunale dello stato della California. Nella sua denuncia Yu spiega che il Partito ha «un ufficio speciale» con un «accesso supremo» ai dati raccolti dalla piattaforma. Il PCC dispone, stando a quanto dice Yu, di un canale backdoor che gli consente di raccogliere informazioni anche sugli utenti statunitensi del social. Oltre che di un team che non si fa problemi ad adottare «condotte sfacciatamente illegali».
TikTok, il rapporto col Partito Comunista Cinese
Nella sua denuncia Yu parla chiaramente di dati rubati da TikTok agli utenti, senza che la violazione di contenuti protetti da copyright sottratti a altre piattaforme (come Instagram e Snapchat) creasse particolari problemi ai suoi capi. L’ex dipendente di ByteDance denuncia una diffusa «cultura dell’illegalità» presente all’interno dell’azienda gabellata sotto l’etichetta eufemistica di «imprenditorialità».
Yu ha spiegato che le sue ripetute obiezioni sono rimaste inascoltate. Nessuno ai vertici dell’azienda ha inteso ascoltarlo. Per questo motivo ha pensato di rivolgersi a un giudice della Corte Superiore di San Francisco in modo che ordini a ByteDance di mettere fine allo scraping dei contenuti dei social media.
ByteDance risponde alle accuse di spionaggio
Come anticipato, ByteDance rimanda al mittente le accuse – definite «prive di fondamento» – assicurando che si impegnerà per contrastarle. Non senza aver spiegato, attraverso un portavoce aziendale, che Yu avrebbe lavorato soltanto per un anno a ByteDance e per un’app chiamata Flipagram, interrotta anni fa per esigenze lavorative.
Yu, ha aggiunto l’azienda, sarebbe stato licenziato a causa di un ridimensionamento dell’organico e durante il suo breve periodo lavorativo non avrebbe mai segnalato nulla. Nel 2019, prima di accusare ByteDance di spionaggio e raccolta dati, Yu aveva però intentato una causa per discriminazione al Department of Fair Employment and Housing della California.