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Lasci il filo della carica dello smartphone attaccato? Queste sono le conseguenze (che non ti aspettavi)

Ci sono persone che lasciano il caricabatterie del cellulare nella presa anche se non lo stanno utilizzando: perché non va fatto 

Diverse persone si abituano a lasciare il filo del loro cellulare sempre connesso alla presa. Dimenticanza, negligenza, i motivi sono i più disparati.

Filo telefono attaccato a presa: perché non farlo
Filo telefono attaccato a presa-liquida.it

Tuttavia, in molti si chiedono se lasciare il caricabatterie connesso alla presa senza smartphone da ricaricare possa consumare energia o se sia una pratica sicura. Vediamo nel dettaglio cosa potrebbe accadere.

Per quanto concerne la prima domanda, c’è da dire che l’impatto è minimo. C’è però da dire che i dispositivi wireless che restano in stand by consumano maggiormente in confronto a quelli a filo, a causa della tecnologia a induzione su cui si fonda il loro funzionamento.

Un caricatore a filo consuma più o meno 0,2 W, un wireless 1,6 W. Se lasciassimo il caricatore collegato per 12 mesi, 8760 ore, il caricatore a filo consumerebbe 1752 Wh, il wireless 14016 Wh.

I costi di un caricatore a filo sempre connesso sono dunque praticamente minimi, e il peso che avrebbe tale connessione sulla bolletta sono praticamente zero.

Caricatore connesso alla presa: perché non farlo

Il punto, per cui evitare di lasciare il caricatore connesso alla presa, è un altro. Se tutti dovessimo mettere in atto questa pratica non certo ecologica, l’energia a livello internazionale che sarebbe sprecata per dare alimentazione a questi dispositivi salirebbe alle stelle.

Caricabatterie connesso sempre alla presa: perché non farlo
Caricabatterie-liquida.it

Sempre volendo ragionare per ipotesi, se nel globo ci sono tipo 6,8 miliardi di cellulari, se ogni caricatore restasse sempre connesso alla presa tutto il giorno, per fornire alimentazione a tutti ci sarebbe bisogno di una centrale nucleare.

E quest’ultima dovrebbe essere estesa quanto una delle maggiori centrali nucleari d’Europa, quella sita a Zaporizhzhia. Sarebbe dunque un danno davvero enorme che andrebbe a impattare in modo molto negativo su tutta una serie di cose.

Non ultimo, infatti, c’è il fatto che tale energia che i caricatori assorbono senza che effettivamente vada in una qualche direzione, è sciupata in calore. E questa non è una cosa positiva, perché a parte la questione consumi, si andrebbe anche a sommare un ipotetico problema di sicurezza (le cui possibilità che avvenga sono del tutto remote).

Se i dispositivi non dovessero essere attinenti alle regole stabilite dall’Unione Europea, ergo importati senza essere sottoposti a verifiche o certificazione, essi possono incorrere in un surriscaldamento.

E a quel punto, potrebbero crearsi danno tra cui cortocircuiti e nel più grave dei contesti, incendi.

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