Su Netflix arriva la storia della prima donna avvocato. Tuttavia la vita di Lidia Poet sembra essere stata un po’ troppo romanzata. Tutto ciò che c’è da sapere sulla serie.
Da poco si è celebrata la Giornata Internazionale della Donna. Quella che oggi potrebbe sembrare una mera ricorrenza, in realtà fonda le sue radici nelle storie delle donne che hanno lottato per la loro indipendenza. Ci sono state donne che hanno combattuto per essere semplicemente sé stesse. E fra queste c’è Lidia Poet, il primo avvocato donna.
Oggi la carriera forense è molto ambita dal genere femminile. I tribunali, difatti, pullulano di donne determinate ed ambiziose, siano essere avvocato o magistrato. Tuttavia quello che oggi, fortunatamente, appare normale, un tempo era utopico. Immorale che una giovane donna scegliesse di svolgere una professione. Indossare una toga o un camice non era consentito alle persone di sesso femminile, ritenute inadeguate a quel ruolo. Le poche che riuscivano ad opporsi, non solo ai desideri imposti dai genitori, ma anche agli imperativi imposti da una società maschilista, dovevano lottare per dimostrare il proprio valore. Lidia Poet ci è riuscita, aprendo la strada a tutte coloro che sono venute dopo. La sua storia, fatta di coraggio e determinazione, è stata portata sul piccolo schermo. Una serie tv, distrituita da Netflx, ha, tuttavia, romanzato non poco la vita della donna.
Lidia Poet: la storia di una donna coraggiosa
Un po’ legal drama, un po’ period drama, Lidia Poet è una delle nuove serie di Netflix. Il racconto di una donna anticonvenzionale che, sul finire del diciannovesimo secolo, ha mostrato di possedere già le doti di una donna contemporanea. Lidia ha scelto di fare l’avvocato, consapevole delle difficoltà che avrebbe incontrato. Una storia avvincente ed attuale, tanto da portare Guido Iuculano e Davide Orsini a scrivere una serie tv in sei puntate, incentrata proprio sulla vita della prima avvocata. A vestire i panni della protagonista, una magnifica Matilda De Angelis, giovane attrice italiana, già conosciuta a livello internazionale.
La serie, prodotta da Matteo Rovere, è una sorta di risarcimento danni per tutto ciò che ha dovuto subire in vita Poet. Prima donna a conseguire la laurea in legge, prima donna ad iscriversi all’Ordine degli Avvocati. Tuttavia poco dopo la sua iscrizione fu revocata, solo perché donna. La trasposizione televisiva ha, ovviamente, romanzato le vicende reali. Dal punto di vista visivo, la serie su Poet sembra rievocare Bridgerton. Le ricostruzioni, i colori, le tecniche di ripresa sono le stesse utilizzate nella serie tv statunitense. Ambientata a Torino, città dal fascino storico, perfettamente in linea con le vicende narrate. Dal punto di vista narrativo, l’intento degli addetti ai lavori non è stato quello di creare un biopic, di riportare in scena lo spirito anticonformista della donna.
