Passo avanti nella ricerca: questo piccolo dispositivo impiantato dall’interno, può sconfiggere il cancro. Facciamo chiarezza sulla questione.
La questione medica più difficile di sempre, si sa, è quella legata al cancro. In merito della ricerca però sono stati trovati negli anni dei rimedi e delle soluzioni molto efficaci, e molte altre sono in fase di sperimentazione. Una sfida davvero ardua, in cui i professionisti del settore, medici e studiosi, si sono calati anima e corpo , per trovare soluzioni sempre più efficaci.
Adesso c’è un nuovo dispositivo, impiantato dall’interno, e pare sia di grande aiuto per sconfiggere la malattia. Scopriamo di più su questo nuovo dispositivo medico che potrebbe aiutare a salvare molte vite.
Un team esperto di ricercatori, tra cui alcuni scienziati della Northwestern University, ha ricevuto 54 milioni di dollari come finanziamento della ricerca (ARPA-H). I soldi investiti nella ricerca, serviranno ad accelerare lo sviluppo di un impianto unico nel suo genere, per rilevare e trattare il cancro, da dentro.
ARPA-H è un’agenzia che sostiene progetti di ricercatori in campo medico, e questo della Northwestern è stato il secondo a essere finanziato. Il finanziamento sosterrà un impegno che durerà 5 anni e mezzo, nei quali si spera si porti a termine il progetto del dispositivo in grado di rilevare sintomi legati al cancro.
Nuovo progetto di ricerca nella lotta al cancro: un dispositivo che lo debella dall’interno
Nel caso in cui il dispositivo riesca a rilevare anomalie, sarà anche in grado di fornire l’immunoterapia. Il diametro del dispositivo sarà di solo un centimetro, e ospiterà cellule viventi che sintetizzeranno e forniranno terapie solo se necessario. Nei primi 4 anni di ricerca, gli studiosi testeranno il dispositivo su animali di piccola e grossa taglia, successivamente si passerà all’uomo, iniziando con pazienti che hanno la malattia. Lo scopo della ricerca è quindi di sviluppare un dispositivo che sia in grado di fornire una terapia specifica per ogni paziente.
«Dal punto di vista clinico, questo potrebbe rappresentare un approccio rivoluzionario alla terapia del cancro». Sono queste le parole di Jonathan Rivnay, ricercatore principale del progetto, pubblicate sul sito ufficiale dell’università del Northwestern. «È personalizzato, multimodale e potrebbe migliorare l’accesso alle cure. Questo concetto di terapia cellulare regolamentata è interessante anche per altre aree della medicina, e questo progetto ci consente di sviluppare la serie di componenti necessari per trasformarlo in realtà».
Secondo gli esperti ricercatori, l’impianto potrebbe migliorare i risultati dell’immunoterapia per i pazienti affetti, riducendo del 50% le morti legate alla malattia. «Invece di vincolare i pazienti ai letti d’ospedale, alle sacche per flebo e ai monitor esterni, utilizzeremo una procedura minimamente invasiva per impiantare un piccolo dispositivo che monitora continuamente il loro cancro e regola la dose di immunoterapia in tempo reale», ha dichiarato Omid Veiseh, ricercatore ARPA-H.