Per coloro che soffrono di malattie autoimmuni è risultato molto utile l’utilizzo di un dolcificante che può fare la differenza per la gestione della patologia.
Coloro che hanno malattie autoimmuni e seguono una dieta apposita, spesso non possono impiegare lo zucchero raffinato e quindi devono trovare delle soluzioni alternative per dolcificare i prodotti. Gli studi in materia però hanno rilevato non solo un dolcificante utile allo scopo ma anche le proprietà di questo in modo indiretto.
Non si tratta quindi di una semplice alternativa ma di un impatto notevole sulla gestione della malattia. Il dolcificante avrebbe un beneficio immediato su queste persone, scopriamo in che modo e cosa dice lo studio.
Dolcificante miracoloso: aiuta nelle malattie autoimmuni
Il pensiero comune e diffuso è che i dolcificanti non siano un grande supporto alla dieta perché, anche se validi sostituti per lo zucchero, rappresentano comunque un prodotto chimico e artificiale da dover ingerire. Ci sono anche quelli di origine naturale ma, pur avendo un potere dolcificante, bisogna ammettere che hanno un gusto ben diverso dallo zucchero.
Chiaramente ci si può “adattare” per un beneficio ma la vera novità, per la prima volta nella storia, è che il dolcificante non è un semplice rimedio per evitare un apporto di zucchero raffinato e quindi a scopi dietetici ma è un prodotto che ha un reale beneficio sul funzionamento del sistema immunitario.
Dolcificante per le malattie immuni: lo studio
Le ricerche hanno determinato una elevata capacità di trattamento delle malattie autoimmuni e in particolare il beneficio derivante da un dolcificante per il sistema immunitario. È stata una risposta inaspettata per gli studiosi del Francis Crick Institute di Londra. Hanno scoperto che l’uso di una quantità determinante di sucralosio permette di ridurre l’attivazione delle cellule T ovvero un tipo di globuli bianchi.
Questi dati in un soggetto con una malattia autoimmune sono un vero beneficio e possono andare a trattare anche patologie diffuse come il diabete di tipo 1. Quando il sistema di difesa dell’organismo va a intaccare il corpo invece di proteggerlo si genera una malattia autoimmune. Queste oggi sono piuttosto diffuse a differenti livelli e possono essere veramente disarmanti per la vita quotidiana.
Secondo questo studio però basta una dose quotidiana di questo prodotto artificiale per andare a determinare un impatto immediato sui pazienti. Le dosi raccomandate sono mediamente elevate ma rientrano comunque nei limiti previsti. Questo prodotto risulta essere 600 volte più dolce dello zucchero e viene impiegato in bevande e alimenti. I suoi effetti sul corpo non sono molto chiari ma ora con queste nuove indicazioni terapeutiche potrebbe esserci una svolta.