Marco Giallini, volto noto della televisione del cinema italiano, ha vissuto un momento difficile durante le riprese di Rocco Schiavone.
Cinema, teatro e televisione si fondono nel nome di un interprete dalle straordinarie doti attoriali. Marco è artista che sa stare sul palcoscenico, così come dinanzi ad una macchina da presa.
Classe 1963, Giallini nasce a Roma in una famiglia di umili origini. I suoi genitori sono operai, e dunque il nucleo non gode di una condizione agiata. Dopo la scuola dell’obbligo, il giovane decide di iscriversi ad un corso di recitazione per seguire le sue velleità artistiche. Tuttavia per mantenersi gli studi, Giallini deve svolgere diverse professioni. Una lunga gavetta e tanto studio gli consento di diventare l’attore che è oggi. Il successo è arrivato dopo tanti film, e quando l’attore aveva più di quarant’anni.
Oggi al giro di boia dei sessanta, Giallini si sente un uomo realizzato e soddisfatto. Il suo unico rammarico è quello di non aver potuto condividere i successi professionali con la moglie Loredana. La donna, infatti, è deceduta prematuramente nel 2011 a causa di un’ improvvisa ischemia celebrale. Giallini è tornato sul piccolo schermo con Rocco Schiavone, la serie nata dalla penna di Alessandro Manzini. Le vicende del vicequestore Schaivone, a cui Marco Giallini da voce e corpo, si distinguono per la profondità narrativa, per i temi trattati e per l’originalità delle indagini. Al settimanale Nuovo Tv, l’attore ha raccontato molti aspetti inediti del suo lavoro e del suo personaggio.
Marco Giallini: “Abbiamo girato a venti gradi sottozero”
Accade molto spesso che l’attore ed il personaggio diventino un tutt’uno. La bravura di Marco Giallini ha dato spessore alla serie tv “Rocco Schiavone”, nata dai romanzi di Alessandro Manzini. Se si pronuncia il nome di Giallini, nonostante abbia lavorato in tantissimi film, viene subito in mente il nome del vicequestore di Aosta.
Rocco e Marco sembrano unirsi, tanto da avere dei lati in comune. Con il passar degli anni l’attore ed il personaggio si somigliano sempre di più. E forse proprio perchè si sono sempre somigliati, già da quando le vicende del vicequestore di Aosta erano solo scritte su penna, che il regista lo ha scelto per questo ruolo. Giallini e Schiavone hanno lo stesso modo di fare diretto, quello che piace tanto al pubblico. Ironia della sorte sia Rocco che Marco hanno dovuto affrontare un’esperienza drammatica, come la perdita della moglie. Se nella vita reale, Giallini sembra aver ritrovato la felicità al fianco di una nuova compagna, lo stesso non si può dire della sua controparte narrativa che, invece, vive nel ricordo della consorte.
“Si io e Rocco Schiavone ci somigliamo” ammette l’attore romano. Schiavone ha una certa insofferenza verso certe “rotture”, così come l’interprete che gli corpo e voce. “Diciamo che anche io ho le mie rotture. Fare un elenco è difficile, oggi è tutto una rottura. Se dovessi sceglierne una, dire la gente che capisce poco, quelli che ti guardano ma non ti vedono” dichiara apertamente l’attore.
Sul set di Rocco Shiavone non sono mancati i momenti difficili. Aosta è una città bellissima, ma molto fredda, ed hanno dovuto girare anche in montagna a ben venti gradi sottozero. Ma Giallini non teme nulla, nemmeno il tempo che passa, figuriamoci il freddo. Difatti ha dichiarato di non badare all’età. I suoi sessant’anni gli appaiono come trentacinque, tanto da riuscire a conservare un animo giovanile ed attivo.