A cosa serve un metabolismo “veloce”? In che modo il nostro organismo converte le calorie in energia e come possiamo facilitare il processo? Scopriamolo insieme.
“Metabolismo lento”, “metabolismo veloce”: sono espressioni di uso comune che solitamente si riferiscono alla capacità del nostro organismo di assimilare il cibo che ingeriamo trasformandolo in energia in tempi rapidi oppure dilatati. Nel primo caso, pensiamo che il mantenimento di una forma “perfetta” e salubre sia assicurato; nel secondo, invece, che mantenere la linea sia quasi una missione impossibile.
Ed è davvero così? Ebbene, cominciamo da quello che sappiamo per certo: con il termine “metabolismo” in biochimica si definisce l’insieme di tutti i processi di trasformazione chimica che assicurano la vitalità delle cellule di un organismo. Ad esempio: il rapporto tra il cibo che consumiamo, l’energia che questo ci fornisce e la nostra “forma”, la nostra “linea” corporea dipende direttamente dal tipo di metabolismo del nostro organismo.
Se un metabolismo brucia calorie velocemente, ecco quindi che necessiterà di consumarne molte per non lasciare che l’organismo ne rimanga sprovvisto; viceversa, se un metabolismo brucia calorie lentamente, ne avrà bisogno in minor quantità. Come giungere quindi all’equilibrio ottimale? Ad avere, in altre parole, un metabolismo in grado di trasformare le calorie nella giusta quantità di energia, tale da garantirci una condizione di equilibrio e benessere ottimale? È esclusivamente questione di genetica oppure dipende anche dalle nostre abitudini?
Cosa determina il metabolismo di un organismo ed in che modo è possibile influenzarlo
Sono numerosi i fattori che determinano il metabolismo di un organismo, come l’età, il sesso, la massa muscolare, l’equilibrio ormonale, l’attività fisica che si svolge, il riposo che si osserva (che incide sugli ormoni) ed il cibo di cui ci nutriamo. Inoltre, il tasso metabolico è influenzato anche dalle condizioni ambientali in cui vive, come la temperatura, l’umidità e la pressione atmosferica.
Emerge quindi con tutta evidenza che il metabolismo non dipende esclusivamente da caratteristiche genetiche, ma anche da abitudini comportamentali e dall’ambiente in cui siamo immersi. Tra questi tre fattori, noi possiamo agire senz’altro sulle nostre abitudini comportamentali: ovvero sulla dieta, sul sonno e sull’attività fisica.
Poniamo ad esempio il caso di un metabolismo pigro, che fatichi a trasformare le calorie nel giusto quantitativo di energia necessario per affrontare la giornata con forza e vigore: come renderlo più reattivo? Semplice (quanto meno a dirlo, lo sappiamo): modificando le nostre abitudini alimentari, fisiche e di riposo. Per esempio premurandoci di non eccedere con le ore di sonno, con la sedentarietà durante il nostro quotidiano; ancora, riservando anche solo trenta minuti al giorno all’attività, organizzati in tre sessioni da dieci minuti ciascuna al mattino, al pomeriggio ed alla sera, per aumentare la frequenza cardiaca opportunamente e con regolarità.
E senz’altro la dieta: ovvero idratandosi con almeno due litri di acqua al giorno, consumando proteine ed un sufficiente ed equilibrato quantitativo di cibi piccanti, preferendo cibi freschi e non precotti. In questo modo, il nostro metabolismo verrà stimolato ad essere più reattivo e quindi a “lavorare” di più. Inoltre, non dimentichiamo di affidarci al nostro medico di fiducia, nutrizionista o personal trainer per ottenere i consigli ed il supporto necessari per scoprire le modalità migliori per organizzare le nostre abitudini in base alla nostra unicità ed alle specificità che contraddistinguono il nostro organismo.