Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa molto invalidante. Ci sono alcuni segnali da non sottovalutare.
Il nostro corpo ci invia sempre segnali se qualcosa non va. Purtroppo noi, spesso, sottovalutiamo queste avvisaglie pensando che non si tratti mai di qualcosa di grave. Oggi vi spieghiamo quali sono i campanelli d’allarme a cui prestare ascolto per capire in tempo utile se noi – o un nostro caro – corriamo il rischio di sviluppare il morbo di Parkinson.
Il morbo di Parkinson è una tremenda malattia neurodegenerativa: parte dal cervello e si estende a tutto il corpo. Questo disturbo è altamente invalidante a causa dei tremori continui: chi ne è affetto non riesce più a svolgere le normali attività quotidiane. È stato stimato che almeno 6 milioni di persone in tutto il mondo siano state colpite dal Parkinson. Trattandosi di un disturbo degenerativo, va via via peggiorando nel corso del tempo.
Una cura risolutiva che consenta ai pazienti di guarire, purtroppo non c’è. Come sempre, però, la diagnosi precoce gioca un ruolo determinante per iniziare il prima possibile le terapie e, quindi, prevenire o rallentare il decorso della malattia. Purtroppo questa patologia può provocare anche cambiamenti a livello della personalità, insonnia e depressione.
Morbo di Parkinson: i segnali da non sottovalutare
Il nostro corpo ci avvisa che qualcosa non funziona con dei segnali che, quasi sempre, noi sottovalutiamo finché non è troppo tardi. Ma nella maggior parte delle malattie, una diagnosi precoce può fare una differenza sostanziale per salvarsi o, quantomeno, per rallentare il decorso della patologia. Anche nel caso del morbo di Parkinson ci sono specifici campanelli d’allarme a cui prestare attenzione.
I segnali “premonitori” della malattia non sono gli stessi in tutti i pazienti ma, nella maggior parte dei casi, uno dei primi sintomi è la perdita di espressività facciale. Altri segnali importanti sono l’irrigidimento degli arti e perdere spesso il filo del discorso mentre si sta parlando. Alcune “spie” sono più difficili da carpire in quanto si manifestano durante il sonno. Secondo uno studio condotto dall’Università di Genova, un sonno molto agitato – specialmente in persone dai 70 anni in sù- potrebbe essere una prima avvisaglia del morbo di Parkinson.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Brain. Nella ricerca viene sottolineato che con “sonno agitato” si fa riferimento a movimenti bruschi di gambe e braccia durante la notte accompagnati, talvolta, da urla. Si tratta di un disturbo del sonno REM, definito Rbd (REM Behavior Disorder) che, secondo gli scienziati, potrebbe essere collegato al morbo di Parkinson. In questi soggetti, in pratica, durante il sonno, si verificherebbe un malfunzionamento di alcune aree del cervello. Le persone anziane affette da questo disturbo dovrebbero, quindi, rivolgersi immediatamente ad uno specialista. In questi casi, infatti, se il medico lo reputa necessario, si può prescrivere una terapia neuroprotettiva in modo da giocare d’anticipo e ridurre il rischio della comparsa del Parkinson.