Prima di chiedere un mutuo è bene sapere quanto la banca può concederci. In questo articolo vi spieghiamo i fattori da valutare.
Ottenere un mutuo nel 2023 è quasi più difficile che vincere alla Lotteria. Prima di recarci in banca e chiedere il finanziamento è fondamentale sapere quale importo possiamo ottenere. Vediamo insieme il quadro generale.
Comprare casa è il sogno di molti e, del resto, le case in vendita non mancano. Tra venditore e potenziale acquirente c’è però di mezzo la banca che, al momento, concede sempre meno mutui. Gli istituti di credito, infatti, esigono stipendi sempre più alti e garanzie che quasi nessuno può fornire. Pertanto ottenere un mutuo nel 2023 non è proprio facile.
È stato stimato che chi ha ottenuto un mutuo nel 2022 non riuscirebbe ad ottenerlo oggi. Eppure è passato solo un anno. Ma l’asticella delle pretese delle banche si è alzata e anche di parecchio. Oggi chi percepisce uno stipendio medio può permettersi non più di un bilocale di circa 40 metri quadrati in città come Roma o Milano. Da qui deriva anche una imminente crisi del mercato immobiliare aggravata dall’obbligo di trasformare gli immobili in case Green entro il 2033.
Mutuo e stipendio: ecco quanto possiamo ottenere
A meno di non disporre di grosse cifre, quasi tutti per acquistare casa andiamo in banca a chiedere un mutuo. Ci sono anche altri modi per comprare casa a rate ma, nonostante ciò, il mutuo resta ancora la soluzione preferita dalla maggioranza. Prima di restare delusi è opportuno sapere quanto un istituto di credito può concederci anche per capire in anticipo a quale immobile possiamo ambire.
Uno degli elementi più importanti che la banca valuta è il rapporto tra la rata del finanziamento e il reddito del richiedente. Non tutti lo sanno ma la rata del mutuo non può superare il 30% dello stipendio di una persona. Per fare un esempio se un soggetto guadagna 1500 euro al mese, la rata del mutuo non potrà essere superiore a 500 euro. L’istituto di credito, infatti, oltre a valutare l’eventuale regolarità di pagamenti pregressi, deve assicurarsi che l’importo delle rate sia sostenibile in modo da tutelarsi da eventuali insolvenze.
A livello ufficiale non c’è, in Italia, una legge che regolamenti quanto debba pesare percentualmente la rata del mutuo sul reddito. C’è, però, una vera e propria raccomandazione che arriva dalla Banca d’Italia, che nel 2008, ha indicato all’Abi – l’Associazione Bancaria Italiana – di attenersi ad un limite preciso: il 30%. Non tutte le banche rispettano rigorosamente questo limite: alcune concedono mutui con rate che raggiungono anche il 40% dello stipendio del richiedente.
Questo accade, però, in presenza di alcune garanzie come la presenza di un garante di età ancora abbastanza giovane o la presenza di una busta paga fissa e di un contratto a tempo indeterminato. Ma non solo. Le concessioni dei mutui dipendono moltissimo dall’andamento del mercato immobiliare. Nel caso in cui il mercato immobiliare risulti essere in crescita, le garanzie che vengono offerte direttamente con gli immobili sono più forti: in questo caso il peso delle rate può essere superiore del 30% rispetto al reddito.