Cosa sono i nei maligni? Come possiamo riconoscerli? E cosa rischiamo se sono presenti sulla nostra pelle? Scopriamolo insieme.
La nostra pelle é disseminata di nei – o nevi – in ogni parte del corpo ed in minori o maggiori quantità a seconda degli individui. Vengono definiti come lesioni pigmentate la cui insorgenza può avvenire “ex novo” sulla pelle sana oppure avere origine da lesioni già esistenti.
In quest’ultimo caso la formazione dei nei può degenerare in neoplasie e dar vita a tumori della pelle tra cui, ad esempio, il melanoma. Statisticamente, sono le circostanze che rispetto alla formazione di nei ex novo si verificano fortunatamente meno di frequente. Tuttavia, é buona abitudine “monitorare” la nostra pelle con costanza in modo da poter rilevare l’eventuale insorgenza di nuovi nei con tempestività.
Inoltre, la capacità di riconoscere le differenze tra i nei cosiddetti “benigni” – che non conducono cioé alla generazione di neoplasie – ed i nei cosiddetti “maligni” – che possono invece degenerare in tumori – può fare la differenza in termini di cura. Non é semplice per nessuno di noi rendersi conto dei mutamenti della nostra pelle: é un dato di fatto di cui siamo ben a conoscenza. Per questo motivo la soluzione migliore risulta praticare controlli dermatologici periodici e costanti. Tuttavia, ecco alcune informazioni che potrebbero tornarci utili per comprendere come distinguere i nei benigni da quelli maligni.
Riconoscere i nei maligni in base a fattori come colore, forma e dimensioni
Partiamo da una considerazione: l’insorgenza di eventuali nei considerati “a rischio” non conduce necessariamente alla ingenerazione di un tumore della pelle come il melanoma o di altri tipi di tumori cutanei. In caso di insorgenza, un controllo dermatologico accurato saprà indicarci il percorso migliore da seguire, che può escludere l’asportazione chirurgica e prevedere visite di controllo periodiche per assicurarsi quale sia il suo sviluppo.
Quando sulla nostra pelle insorge un nuovo neo, i fattori a cui dobbiamo porre più attenzione sono il suo colore, la sua forma, il numero (talvolta multiplo) ed eventuali effetti collaterali come prurito nell’area di pelle interessata, desquamazione, sensazione di fastidio e dolore, eventuale perdita di siero ed ulcerazione.
Il colore dei nei maligni infatti, a differenza dei benigni, é disomogeneo: può presentare sfumature bianche, nere, blu, rosse e brune e virare verso un colore scuro molto intenso. Inoltre la loro forma é tendenzialmente irregolare e, se cambia in tempi piuttosto brevi, può indicare un’evoluzione di ripo maligno. Ancora, modifiche nella loro consistenza – ad esempio se da lisci diventano ruvidi, o se da morbidi diventano duri – possono essere segnali che indicano la malignità del neo.
Ancora una volta, pur sottolineando l’importanza di un’abitudine ad un monitoraggio costante da effettuare in autonomia, é essenziale ribadire la necessità di supporto medico specializzato per essere certi delle proprie condizioni cutanee e dermatologiche, da effettuare il più possibile con costanza e regolarità. E a prescindere dal notare o meno l’insorgenza di un nuovo neo sulla nostra pelle.