Se siamo abituati a pensare all’addestramento come forma di educazione rivolta esclusivamente ai cani saremo costretti a ricrederci.
Può sembrare impossibile ma anche ai gatti possono essere insegnate precise regole di comportamento.
La pandemia ho portato con sé un incremento nelle adozioni degli animali domestici che, solo in Italia, hanno registrato un aumento del 15% rispetto all’anno precedente. I nuovi proprietari sono da sempre inclini a pensare che il loro compagno abbia bisogno di una qualche forma di addestramento, ma tutti ritengono che questo si possa fare solo ed esclusivamente con i cani, nessuno lo considera come un’opzione possibile anche per i gatti. In effetti siamo abituati a pensare al gatto come a un animale un po’ misterioso, affascinante, indipendente e anche un po’ sdegnoso, per niente incline ad essere educato dall’essere umano.
A differenza dei cani, i gatti hanno una storia totalmente differente. La selezione negli allevamenti di questi felini non è mai stata indirizzata al miglioramento della loro capacità di convivere con l’essere umano, né tanto meno all’impostazione di ruoli utili come nel cane che è stato selezionato, a esempio, per dedicarsi alla caccia, al controllo del bestiame o alla guardia. Ciò non toglie che anche i gatti possano avere le capacità di riconoscere e rispondere adeguatamente agli input che inviamo loro e di essere addestrati a svolgere qualche compito simile a quelli che svolgono i cani.
Perché dovremmo addestrare il nostro gatto e come possiamo farlo
Quante volte ci è capitato di vedere scene di film in cui appaiono gatti che compiono azioni perfettamente in sintonia con la trama a cui stiamo assistendo? Vi siete mai chiesti come questo sia possibile? Sarebbe certamente rischioso affidarsi ad un gatto non ammaestrato per poter girare la scena perfetta, richiederebbe quanto meno un eccessivo dispendio di tempo ed energie nell’attesa, o sarebbe meglio dire nella speranza, che arrivi il momento in cui compia i movimenti giusti per essere inserito in quel particolare contesto. Ebbene vi do una notizia: come i cani, anche i gatti “studiano un copione” e vengono addestrati. Il gatto che appare nel film “Io Robot” con Will Smith, per esempio, ha ricevuto un ferreo addestramento da parte di una nota trainer canadese chiamata appositamente dalla produzione per questo difficile compito.
È ovvio quindi che i nostri piccoli amici possano essere istruiti per lo svolgimento di compiti molto più semplici. Ma perché dovremmo farlo? Certamente non ci servirà insegnare al nostro gatto a fare la guardia, o a camminare al guinzaglio, ma ci sarà utile educarlo a ricevere trattamenti di tolettatura, a viaggiare in macchina sentendosi a proprio agio nel trasportino, o ad andare serenamente dal veterinario.
Come ben sappiamo i gatti non nascono con una innata empatia nei confronti dell’essere umano, pertanto qualsiasi tipo di approccio educativo deve rispettare questa loro caratteristica altrimenti, non solo non si raggiungeranno i risultati sperati, ma si rischierà di ottenere il contrario di ciò che si vorrebbe. L’avvicinamento a qualsiasi tipo di addestramento nel gatto dovrà quindi essere impostato sulla gentilezza e sulla pazienza. Qualsiasi tipo di atteggiamento punitivo non solo sarà inutile ma rischierà di compromettere in via definitiva la relazione con il nostro amico. Bando quindi alle sgridate, ai colpi, anche quelli piccoli e leggeri, all’uso di strumenti che possono essere interpretati dal gatto come minacciosi. Le tecniche giuste si basano invece sulla dolcezza e sull’uso delle ricompense, bocconcini dati in premio e lodi come gratificazione ci verranno in aiuto.
È importante inoltre che il micio sia messo a suo agio durante le sessioni di allenamento, se si sentirà in qualche modo “compresso” tenderà infatti a scappare vanificando tutti i nostri sforzi. Ricordiamoci sempre che non stiamo addestrando un cane, che ha caratteristiche e inclinazioni completamente differenti, ma abbiamo a che fare con un gatto, che rimane pur sempre quel meraviglioso animale di cui amiamo proprio il carattere spesso schivo e indipendente.