Il 2023 vedrà la fine del Reddito di cittadinanza e l’avvento della MIA. Vediamo insieme nel dettaglio cosa cambierà.
Il Governo di Giorgia Meloni sta lavorando ad un nuovo sussidio, la MIA, acronimo di Misura di Inclusione Attiva. Questo nuovo aiuto prenderà il posto del Reddito di cittadinanza nato nel 2018 in casa Cinque Stelle. Ma i due sussidi non sono sovrapponibili: le differenze ci sono e sono rilevanti. Vediamo insieme in cosa la MIA prenderà le distanze dal vecchio Reddito di cittadinanza.
Come assicurato in campagna elettorale, il premier Giorgia Meloni ha abolito il Reddito di cittadinanza nato durante il primo Governo di Giuseppe Conte per volere del Movimento Cinque Stelle.
Il vecchio sussidio si è rivelato non del tutto adeguato a rimettere in moto il mercato del lavoro. In compenso, in questi cinque anni, numerose sono state le truffe scoperte dalla Guardia di Finanza.
Il Governo Meloni sta lavorando ad una nuova forma di aiuto per le fasce meno abbienti della popolazione. Il nuovo sussidio si chiamerà MIA: Misura di Inclusione Attiva. Sarà piuttosto diversa dal vecchio Reddito e, soprattutto, cambierà la platea dei beneficiari.
Il nuovo sussidio messo in campo dal Governo Meloni per contrastare la povertà, si discosterà dal Reddito di cittadinanza sotto diversi aspetti. Soprattutto cambieranno i possibili percettori e gli importi del beneficio. Vediamo tutte le differenze.
In prima battuta cambiano gli importi. Con il Reddito tutti percepivano fino a 500 euro al mese. Con la MIA solo chi realmente è impossibilitato a lavorare avrà un sussidio di 500 euro. Chi, invece, è occupabile riceverà non più di 375 euro al mese.
Cambia la durata. Il Reddito di cittadinanza durava 18 mesi per tutti i percettori. La MIA durerà 18 mesi solo per chi non può lavorare; 12 per chi può lavorare. E dopo il rinnovo la durata scenderà a 12 mesi per i soggetti non occupabili e a 6 per gli occupabili.
Cambia il tetto massimo ISEE. Con il Reddito di cittadinanza era di 9360 euro; per poter avere diritto alla MIA l’Isee di una famiglia non dovrà superare 7200 euro. Ne segue, dunque, che la platea dei percettori, si restringerà.
Cambia anche il requisito di residenza. Per percepire il Reddito di cittadinanza, un cittadino straniero doveva risultare residente in Italia da almeno 10 anni. Per avere diritto alla MIA bastano 5 anni di residenza in Italia di cui gli ultimi 2 continuativi. Al momento della richiesta del sussidio, il cittadino straniero deve necessariamente essere residente nel nostro Paese.
La MIA terrà conto dei beni mobili e immobili e, a differenza del Reddito di cittadinanza, verrà tenuto in conto anche il valore della casa di residenza. Per avere diritto al sussidio studiato dal Governo Meloni, la casa di residenza non dovrà avere un valore IMU superiore a 150mila euro.
Saranno, inoltre, esclusi dalla possibilità di percepire il beneficio coloro che hanno riportato condanne penali negli ultimi 12 mesi come anche coloro che sono stati oggetto di misure cautelari. Non avranno diritto alla MIA nemmeno i soggetti che si sono licenziati nell’ultimo anno a meno che non si dimostri che si è trattato di dimissioni per giusta causa.
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