Il bambino rifiuta alcuni dei piatti che gli proponi? A volte non si tratta solo di preferenze. Potrebbe aver questa sindrome, lo spiega la scienza.
Quasi tutti i bambini hanno delle preferenze culinarie e rifiutano categoricamente alcuni cibi. E’ quasi certo che di fronte a una scelta tra patatine e verdura il piccolo scegli le prime. Bisogna però fare attenzione perché potrebbe trattarsi di una patologia: ecco cosa dice la scienza in merito.
I bambini hanno delle preferenze culinarie, proprio come gli adulti. A differenza di essi però i piccoli non possono sapere cosa sia salutare o meno e per questo tendono a prediligere “cibo spazzatura” come patatine, cioccolato, biscotti e merendine. È chiaro il gusto è decisamente delizioso. Nessun bimbo opterà per un piatto di broccoli invece che una barretta Kinder. Ci sono però dei casi in cui non si tratta di preferenze e bisogna prestare attenzione a questa sindrome: ecco di cosa si tratta.
I bambini rifiutano questi piatti? Potrebbero avere questa sindrome: ecco la spiegazione scientifica
Se possiamo pensare in un primo momento che i nostri piccoli possano essere selettivi, questo non sempre è vero. L’infanzia è un periodo della vita che prevede le scoperte, tra queste anche i sapori. Chi però continua ad avere un vero e proprio rifiuto verso il cibo ha una sindrome. Come riporta il sito della Fondazione Veronesi infatti nel 2013 questa abitudine è stata denominata Arfid ovvero un disturbo dell’alimentazione sancita dall’iscrizione nel Dsm-5, il manuale internazionale della psichiatria. Secondo una recente scoperta addirittura questo disturbo è trasmissibile per eredità.
La conclusione è giunta al termine di uno studio, quello della dottoressa Lisa Dinkler del Karolinska Institutet in Svezia. Secondo la ricerca, pubblicata sulla rivista Jama Psychiatry Arfid è il disturbo derivante dall’assunzione di cibo ovvero evitando in modo selettivo di mangiare un determinato piatto. Si mostra un vero e proprio disinteresse in base a odoro e sapore. Secondo la dottoressa: “La prevalenza di questa patologia va dall’1 al 5 per cento della popolazione ed è diffusa almeno quanto l’autismo e il disturbo di deficit/iperattività (Adhd)”.
La prevalenza di questo disturbo è maggiore tra i maschi rispetto alle femmine. Il problema di questo tipo di malattia è legato a patologie come la perdita di peso e carenze nutrizionali. In questo caso bisogna apportarli infatti con integratori a differenza di chi mangia tutto. Analizzando i gemelli fratelli quelli identici inoltre lo studio svedese ha evidenziato un dato molto interessante. Almeno nel 79 per cento di casi il fattore genetico di trasmissione di questo disturbo è stato riscontrato come certo.