Negli ultimi anni l’uso della borraccia si é diffuso notevolmente, contribuendo a ridurre l’impatto ambientale delle bottigliette di plastica dell’acqua. Ma attenzione a non trascurarla.
E’ diventata un’abitudine virtuosa per molti di noi, sostituendo il consumo di milioni di bottigliette di plastica ogni giorno e riducendo il loro impatto ambientale sull’ecosistema. Ed é assurta ad irrinunciabile compagna di viaggio e di spostamenti al pari del portafoglio, delle chiavi di casa, della macchina e (sì: anche lui) dello smartphone. Insomma, sempre più persone non possono uscire di casa senza averla con sé.
Un tempo assai lontano, di cui si sono perse le tracce nella storia, si chiamava otre: veniva prodotto con pelle rovesciata di bue, capra o capretto e serviva allo stesso scopo di trasportare liquidi che ne fa la contemporaneità. È stato citato anche nei Vangeli ed ha attraversato i secoli, fino a quando nella seconda metà del XIX secolo l’otre venne fabbricato in legno e poi, a partire dal 1912, in alluminio.
Il suo nome attuale deriva dal termine spagnolo “borracha”, che significa “fiasco di cuoio”, affibbiato allo strumento a partire dal XVI secolo quando proprio il cuoio divenne uno dei materiali più utilizzato per contenere in prevalenza acqua, vino e latte in porzioni contenute, da portare con sé durante gli spostamenti di luogo in luogo. E l’evoluzione della borraccia é continuata imperterrita fino ad oggi, divenendo talvolta un “gadget” addirittura di moda.
Oggi troviamo borracce di tutti i tipi: possono essere prodotte con il vetro, l’acciaio, l’alluminio, il cuoio e la plastica. Hanno forme e colori diversi e, vista la loro crescente popolarità, alcuni produttori si sono nel tempo sempre più sbizzarriti a renderle anche elementi “trendy” a corredo del vestiario.
Ciascun materiale ha caratteristiche di resa specifiche, riferite anche al livello di igiene e di salubrità. E’ importante tenere a mente che la borraccia può effettivamente diventare un potente vettore di germi e di batteri: in particolare, a causa della saliva, che ne trasferisce in gran quantità, misurata addirittura al doppio di quanti possono essere trovati nel lavello della cucina e finanche più di quelli che, ebbene sì, possono essere rilevati nella ciotola dell’acqua dei nostri animali a quattro zampe.
Per questo motivo un corretto utilizzo risulta essenziale per non rischiare infezioni da batteri nocivi come le pseudomonadaceae, che possono proliferare all’interno del contenitore se non igienizzato opportunamente e con frequenza. Ed ecco quindi di cosa premurarsi: laviamo la borraccia ogni giorno, meglio ancora se ad alte temperature, lasciandola poi asciugare con il tappo aperto; consideriamo che i migliori materiali in termini di igiene sono l’acciaio inox per uso alimentare ed il vetro; inoltre, se siamo soliti introdurre bevande differenti dall’acqua, ad esempio contenenti zuccheri ed una gran quantità di sali minerali, facciamo attenzione agli eventuali detriti e depositi che potrebbero giacere anche per lunghi periodi sul fondo.
Sono accortezze semplici e veloci, ma che riducono e, se compiute opportunamente, annullano completamente i peggiori rischi di contaminazione che potrebbero nuocere alla nostra salute.
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