La loro storia é ultra-millenaria ed hanno origini etiopi, dove ne sono state ritrovate tracce all’interno dei corredi funebri delle tombe egizie. Scopriamo di cosa si tratta.
Hanno proprietà estremamente benefiche a causa delle loro capacità depurative e protettive, sono estremamente efficaci nell’eliminazione di scorie e tossine dal nostro organismo ed inoltre prevengono potenziali danni causati da radicali liberi. Per questi motivi vengono considerati “cibo funzionale”, in grado di saziare pienamente pur con un apporto calorico particolarmente basso, pari a 10 calorie ogni 100 grammi.
Inoltre, tra le proprietà definite “medicamentose” della pianta, favorisce la diuresi e sostiene l’attività dei reni e del fegato, consentendo al sistema digerente di smaltire più facilmente elementi tossici contenuti negli alimenti e nei farmaci tramite il componente attivo della silibina.
Alcuni di voi lo avranno senz’altro già riconosciuto: parliamo del cardo, una pianta erbacea perenne di origini etiopi e dalla storia ultra-millenaria, della famiglia delle Astraceae. È considerato “parente stretto” dei carciofi, appartenendo allo stesso genere della Cynara, e la sua abbondanza di acqua, di fibre e di sali minerali lo rende un vero e proprio toccasana ed alleato del benessere per il nostro organismo.
I cardi sono considerati un cibo ideale per le diete ipocaloriche: grazie al basso contenuto di calorie, grassi e zuccheri ed all’elevato contenuto di fibre, consentono di raggiungere sazietà pur mantenendosi al contempo leggeri.
Inoltre contengono numerosissimi minerali, come il potassio, il ferro, il calcio, il fosforo, il manganese, lo zinco, il magnesio, il sodio e il rame, ed anche le vitamine del gruppo B – ovvero la B1, B2, B5 e B6 – la vitamina C ed un buon quantitativo di folati. Tra le molecole bioattive, invece, troviamo flavonoidi e polifenoli, con proprietà estremamente benefiche tra cui quelle antiallergiche, antinfiammatorie, antimicrobiche, antiossidanti, anti-trombotiche, vasodilatorie e di protezione per l’attività cardiaca.
In termini di edibilità, normalmente sono le coste la parte più consumata dei cardi ed il periodo naturale è quello della stagione invernale. Per una cottura ottimale, l’ideale é scottarli in acqua bollente e poi farli cuocere per almeno un’ora, oppure fino a quando avranno raggiunto la consistenza desiderata. E dunque sbizzarrirsi tra minestre, zuppe, contorni e pinzimonio, ad esempio per la tradizionale bagna cauda piemontese. Unica controindicazione di rilievo: se si soffre di ipertensione, l’ideale é evitarne il consumo: la presenza di tiramina infatti stimola la produzione di dopamina, adrenalina e noradrenalina, che aumenta la pressione delle nostre arterie.
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