Il disordine degli ambienti in cui viviamo causa anche un disordine mentale e psichico? Cerchiamo di capire in che modo le due cose sono correlate.
“Genio e sregolatezza”; “Le persone intelligenti vivono nel disordine”; “Caos esterno, ordine interno”: quante volte abbiamo sentito esprimere queste considerazioni? Ma quanto c’è di vero? E nel caso siano massime fondate, possono essere considerate universali oppure dipendono dalla personalità e dal carattere di ciascuno di noi, variando dunque a seconda dell’individuo?
Partiamo da alcune evidenze: sempre più studi paiono confermare un principio di base valido per qualsiasi persona. Si tratta di studi e di ricerche condotte in diverse Università nel mondo, come la Bond University in Australia, il Princeton Neuroscience Institute di Washington e la DePaul University di Chicago negli Stati Uniti d’America. Tutti gli studi hanno valutato la correlazione tra disordine ambientale e disordine mentale e, viceversa, tra l’ordine dei luoghi che frequentiamo e l’ordine psico-fisico di chi li popola.
E non solo in termini attitudinali individuali, ma anche di influenza sulle relazioni interpersonali, rilevando uno stretto legame tra armonia, litigiosità, ordine e disordine, come emerso in ricerche condotte dal Dipartimento di Psicologia della Cornell University e dall’Università del Michigan negli USA. Vediamo quindi quali sono i risultati emersi.
Vivere nel disordine conduce a confusione e a distrazione, peggiora le attività cognitive ed il benessere psico-fisico
Ed ecco i risultati: caos e disordine procurano allarme e stress. La disorganizzazione ed il disordine degli ambienti in cui viviamo aumentano negli individui il livello del cortisolo, l’ormone dello stress, senza distinzioni di genere. Tuttavia, ciò pare ancora più accentuato per il sesso femminile, probabilmente a causa del retaggio culturale ereditato nel corso dei secoli.
Come sottolineato dalla psicologa Darby Saxbe dell’Università della California del Sud, infatti, le donne “si sentono spesso responsabili dell’ordine e quando non riescono [a mantenerlo, ndr] provano maggior disagio”. E il disagio, come emerso nelle varie ricerche, si traduce in stress, come dicevamo, ma anche in disturbi del sonno, nella tendenza ad ingrassare, a procrastinare, a distrarsi ed anche a ridurre le facoltà cognitive legate alla memoria.
In termini relazionali, invece, il disordine risulta condurre a maggior fraintendimenti, discussioni e litigiosità. Oltre a porre la persona disordinata nella condizioni di frequente giudizio, solitamente negativo, da parte di conoscenti, collaboratori e famigliari. Tanto se il disordine riguarda, ad esempio, la propria postazione o scrivania di lavoro, quanto se riguarda la propria persona, il modo di abbigliarsi e di prendersi cura di sé. In altre parole: il disordine, la trascuratezza e la confusione non risultano proprio un toccasana. E per chi ritiene invece sia la condizione essenziale per essere produttivi, perché non tentare di immergersi temporaneamente nell’ordine, e vedere l’effetto che fa?