Smartworking, ecco le categorie di lavoratori che potranno continuare a beneficiarne

Durante la pandemia, lo smartworking è stato fondamentale per molte aziende in difficoltà ed oggi alcune categorie di lavoratori possono continuare a beneficiarne.

Il lavoro da remoto è diventato sempre più popolare negli ultimi anni grazie ai progressi tecnologici che ci hanno permesso di essere sempre connessi e di lavorare ovunque ci troviamo.

Smartworking lavoratori
Lo smartworking continua per alcune categorie di lavoratori (liquida.it)

Uno dei principali vantaggi dello smart working è la produttività dei dipendenti. Molti studi hanno dimostrato che i lavoratori da remoto sono in grado di concentrarsi meglio e di essere più produttivi grazie alla maggiore autonomia e alla flessibilità nel gestire il proprio tempo. Oggi, alcune categorie di lavoratori potranno continuare a beneficiarne.

Lo smartworking continua per alcuni lavoratori

Il lavoro da remoto è stato prorogato fino al 30 giugno per i lavoratori del pubblico e del privato “fragili“, cioè affetti da una lista di patologie gravi indicate dal ministero della Salute nel decreto del 4 febbraio 2022 (immunodeficienze, patologie oncologiche, pazienti che hanno avuto trapianti), contro il rischio al quale possono essere esposti.

Smartworking persone fragili
Il lavoro da remoto continua per le persone più fragili (liquida.it)

Sulla portata della previsione normativa del Milleproroghe per il genitore di figlio minore di 14 anni nel privato si scontrano due correnti di pensiero: “Se nell’organizzazione aziendale non è previsto il lavoro agile, il genitore di figlio minore di 14 anni ne avrà comunque diritto se, invece, l’azienda già prevede tale modalità di esecuzione della prestazione lavorativa, il genitore ne avrà diritto secondo la disciplina già stabilita dall’imprenditore, quindi con l’alternanza giorni di presenza/da remoto e la collocazione temporale della prestazione valevole anche per tutti gli altri dipendenti“, spiega Arturo Maresca, professore ordinario di diritto del lavoro all’Università La Sapienza di Roma.

Di contro, altri giuslavoristi e i sindacati sostengono che la norma, proprio per la mancanza di limitazioni espresse, garantirebbe un diritto assoluto a lavorare sempre al di fuori dei locali aziendali, dunque, a rendere la prestazione lavorativa sempre da remoto. In questo scenario, in assenza di un’interpretazione univoca del legislatore attraverso una circolare del ministero del Lavoro, di fatto restano ampi spazi di incertezza sul tema.

Ecco a cosa serve la norma del Milleproroghe

Il professor Maresca ha concluso, spiegando a cosa serve la norma del Milleproroghe: “A riconoscere al lavoratore un diritto soggettivo perfetto che gli consente di pretendere ed ottenere il Lavoro agile che non è il lavoro da remoto, in tutte quelle aziende nelle quali il datore di lavoro non intende avvalersene e non utilizza il Lavoro agile per i propri dipendenti. Il fatto, abbastanza frequente, che il datore di lavoro consenta ai dipendenti con figli fino a 14 anni di lavorare sempre da remoto, vuol dire soltanto che il datore di lavoro ha ritenuto, pur non essendo obbligato, di applicare un trattamento più favorevole“.

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