Lo stress è un compagno quotidiano nella frenetica vita del terzo millennio: esiste un tipo di stress positivo e uno molto negativo. Voi sapete riconoscerli? Ecco quando lo stress può minare il vostro benessere psicofisico.
Sentirsi stressati è all’ordine del giorno: tra lavoro, casa, famiglia, bollette da pagare… chi non si sente stressato? La maggior parte di noi ha una concezione molto negativa dello stress, ma non è esattamente così. Come l’ansia, anche lo stress è un sentimento positivo che ci può aiutare nella vita di tutti i giorni.
Arriva però un momento in cui lo stress è talmente tanto da diventare tossico, che dagli psicologi viene definito distress. Lo stress è regolato dalla produzione di determinati ormoni che, se vengono accumulati senza freno, si trasformano in stress tossico, un sovraccarico a danni del fisico e della psiche.
Ma cominciamo con il distinguere i due tipi di stress. Lo stress positivo -noto anche con il termine eustress- è quello che proviamo quando ci sentiamo pieni di vitalità, quando ci sentiamo produttivi ed eccitati.
Queste sensazioni vengono provocate da un certo bilanciamento di ormoni: adrenalina, cortisolo e noradrenalina. Un bilanciamento positivo dei tre ormoni genera effetti benefici sulla pressione sanguigna e di riflesso sull’intero corpo. L’effetto dell’eustress è limitato nel tempo e prevede in seguito un momento di distensione e ricarica.
Stress tossico: quando la stanchezza arriva al limite. Come riconoscerlo
Il distress si comporta in maniera opposta: uno sbilanciamento negli ormoni fa sì che venga a mancare l’elemento di distensione, lo stress si accumula e diventa negativo, trasformandosi poi in ansia e altri problemi di natura fisica. Essendo due facce della stessa medaglia, potrebbe essere complicato riconoscere se siamo soggetti a dello stress positivo o tossico, quindi procediamo con un esempio concreto che tutti, in un modo o nell’altro, ci troviamo a vivere quotidianamente.
Mettiamo caso di star lavorando, e riusciamo a svolgere le nostre mansioni con motivazione, ci sentiamo abbastanza produttivi da raggiungere gli obiettivi prefissati: ci troveremo in una fase di eustress, di stress positivo. Se invece la stessa situazione la viviamo con un senso di angoscia, di pressione, svolgiamo le nostre mansioni controvoglia e ne veniamo sopraffatti, ecco che ci troviamo in una fase di distress, di stress tossico.
Lo stress tossico è un primo campanello d’allarme per la nostra salute mentale: se continuo nel tempo si trasforma in ansia, che non solo può diventare un disturbo cronico, ma può sfociare in stati depressivi o attacchi di panico.
Quando ci sentiamo stanchi, spossati, non in grado di affrontare le sfide quotidiane dobbiamo renderci conto di trovarci in uno stato di distress e che quindi abbiamo bisogno di prenderci una pausa e di scaricare lo stress accumulato.