33 anni fa 5 ragazzi inglesi, Gary Barlow, Robbie Williams, Howard Donald, Mark Owen e Jason Orange, facevano innamorare milioni di ragazzine, erano i Take That.
Gli anni Novanta, non hanno solo portato il grunge e l’hip hop: essi si ricordano anche per un fenomeno che divenne in breve tempo super popolare e che entrò nel mainstream con una potenza e una valenza commerciale incredibile, le boy band.
I primi a “sperimentare” il successo di questa formula, sulla scia dei colleghi americani, i New Kids on the Block nati nella metà del precedente decennio, sono stati i Take That che fecero letteralmente impazzire le teenager, con scene simili al loro apparire, a quelle degli anni Sessanta con i Beatles. Giusto per rendere l’idea.
Le mamme dei Millennial di oggi cominciarono a vedere le camerette delle proprie figlie tappezzate con i poster di questi ragazzi di bell’aspetto, che in TV cantavano e ballavano, facendo salti e piroette sincronizzate. L’onda Take That arrivò ovviamente anche in Italia e le urla delle fan al teatro Ariston per il Festival di Sanremo del 1994, dove furono invitati come ospiti speciali da Pippo Baudo e dove si esibirono con il loro cavallo di battaglia “Relight My Fire” (Riaccendi il mio fuoco, il tuo amore è il mio unico desiderio
Riaccendi il mio fuoco perché ho bisogno del tuo amore), riecheggiano ancora nella storia della celebre kermesse musicale.
Ma che fine hanno fatto i Take That? Dopo un 5 anni intensi dei primi anni Novanta, di un successo strepitoso che con l’uscita dei loro album Take That & Party, Everything Changes e Nobody Else, con cui hanno scalato le classifiche grazie ai singoli Pray, la già citata Relight My Fire, Everything Changes e Babe, che li ha consacrati come boy band di maggior successo della storia della musica, oggi non sono più al centro dei clamori.
L’uscita dal gruppo di uno dei componenti, Robbie Williams che ha poi intrapreso la strada da solista, seguito a ruota dagli altri componenti, ha in qualche modo minato la solidità e le caratteristiche conoscitive del gruppo che nel 1996 di fatto si sciolse. Per poi ricomporsi nel 2005 con una reunion che anticipò di 5 anni il ritorno del figlio prodigo Robbie (anche se si trattò solo di un momento).
Oggi i ragazzi, che vanno tra i 49 e 55 anni, non hanno smesso di fare musica e come ha annunciato recentemente Gary Barlow, l’autore della maggior parte dei loro brani, si stanno preparando a pubblicare un nuovo album. All’appello manca però sempre Robbie, che invece continua la sua carriera affermata da solista. In un’intervista “il ragazzaccio” del gruppo, ha ammesso che lavorare al suo nuovo album è stato tanto faticoso, così tanto da aver perso un sacco di chili.
Gary invece ha riferito di aver avuto problemi di alimentazione nel suo passato, ma che sono stati risolti con una dieta sana e tanto allenamento. A sfoggiare un fisico perfetto è sempre Howard Donald, che a 55 anni suonati non ha perso il suo fascino di adone: del resto, si dice che il vino più invecchia e più è buono…Mark Owen invece ama condividere sui social la sua passione per il surf, che pratica tra un pasto e l’altro a base di lasagne e burro inglese: lui non ha problemi di linea.
Infine, Jason Orange, il vero ballerino della band è colui che tra tutti si è allontanato di più dalle scene: “Jason è uscito dal giro. Non risponde a e-mail, chiamate o cose del genere. Ma questo è un bene per lui, è lì che vuole essere, a un milione di miglia di distanza da questo mondo”. Diceva di lui Howard qualche anno fa.
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