Ti puoi laureare in felicità all’Università: la facoltà più bella del mondo

Felici si diventa, volendo anche all’Università: ecco il corso di studio che insegna i segreti per stare bene.

La felicità è una scienza, e in quanto tale si può imparare – nella teoria e nella pratica. In America e non solo già succede: la psicologia positiva è oggetto di studio in molte università. In un ateneo prestigioso come quello di Yale, per esempio, c’è il corso di Psychology and the Good Life, introdotto nel 2018 da Laurie Santos: è il più popolare in assoluto, e attira quasi un iscritto su quattro.

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La prestigiosa università di Yale ha deciso di offrire anche online il corso in “Scienza del benessere”. (Liquida.it)

Tanto è il successo riscosso dal corso di Yale che si è deciso di offrirlo anche (con tutti gli adattamenti del caso) online: si chiama «la Scienza del benessere», dura 6 settimane ed è seguito gratuitamente da oltre 4 milioni di studenti di ogni età in tutto il mondo. E la prossima estate verrà lanciata online anche una versione per adolescenti, intitolata “The Science of Well-Being for Teens”: Dio sa quanto ce n’è bisogno, tra post-Covid e guerre varie…

La laurea che tutti vorrebbero avere

Il corso accademico sulla felicità non è soltanto scienza, ma anche strategia per una buona vita. La “Science of Good Life” è un percorso di rewirement, di ricablaggio, che offre gli strumenti per affrontare i momenti difficili. Nulla di nuovo sotto il sole, a ben vedere: già Aristotele, pioniere degli studi sulla felicità, aveva individuato in Pathos, Ethos e Logos i tre modi per persuadere gli altri nell’Arte della Retorica. Mutatis mutandis, gli psicologi moderni parlano di Affect (emozioni), Behavior (comportamento) e Cognition (conoscenza).

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La felicità si può imparare: è il presupposto del benessere delle generazioni future. (Liquida.it)

Padroneggiare l’arte e la scienza della felicità è il primo passo per ripensare le regole del gioco della nostra società, ridefinire gli obiettivi delle aziende, riprogrammare le politiche dei governi senza prendere come unico punto di riferimento il Pil. Per dirla con Lord Richard Layard, economista britannico, co-autore del World Happiness Report e co-fondatore di Action for Happiness, ne va del benessere delle generazioni future: “La salute emotiva di un ragazzo a 16 anni ci aiuta a prevedere quanto sarà soddisfacente la vita da adulti. Ecco perché un ragazzo felice e è un indicatore migliore delle sue qualifiche”.

Il sito web del movimento worldwellbeingmovement.org, in tal senso, è tutto un programma: urge cambiare la scuola, coinvolgere gli individui e mettere a punto una nuova agenda. Di qui il Como Well-Being Manifesto, che mette proprio il benessere al centro delle scelte politiche ed economiche dei governi. Ma questa è un’altra storia…

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