Il raggiro torna a mietere vittime. Occorre un giro di vite per arrestare questo fenomeno inquietante
Si tratta di uno dei raggiri che, nel tempo, hanno mietuto più vittime. Negli scorsi mesi, era molto in voga tra ladruncoli e truffatori. Poi, sembrava fosse “passato di moda”. Adesso, per la “truffa dello specchietto” è nuovamente emergenza. Ecco cosa sta succedendo.
Gli automobilisti, di ogni età, sono davvero terrorizzati. Anche se, ovviamente, a essere più esposti a questo tipo di manovra criminale sono i più anziani. L’ultimo caso, appena pochi giorni fa, a Dalmine, nel Bergamasco. Vittima, un 82enne.
Secondo quanto emerso, l’anziano sarebbe stato fermato da un altro automobilista che raccontava di aver subìto la rottura dello specchietto e chiedeva soldi per sistemarlo. Fortunatamente, però, la vittima ha mantenuto la lucidità e, capendo che si stava cercando di mettere in atto il raggiro, si è mosso in maniera adeguata.
Ha infatti chiamato il figlio al telefono. E’ bastato questo gesto per mettere, di fatto, in fuga il malvivente, che, invece, fino a pochi istanti prima chiedeva denaro in contante e con grande veemenza. Addirittura, l’82enne, si era visto richiedere una somma di circa 500 euro.
La truffa dello specchietto
Il meccanismo è quello di sempre e si riproposto anche nel caso che abbiamo menzionato a titolo esemplificativo. Il truffatore sostiene di avere un danno provocato ad uno specchietto retrovisore esterno del mezzo mentre era alla guida della propria autovettura. E chiede del denaro in cambio.
Il malviventi mettono nel mirino quelle che pensano essere le vittime più congeniali ed entrano in azione sostenendo che la vostra autovettura in marcia abbia rotto lo specchietto della loro macchina. E, quindi, scatta la richiesta di soldi, puntando molto sulla voglia della vittima di non rimanere impelagato in questioni amministrative e burocratiche con le assicurazioni.
A volte si chiedono 20 o 50 euro. Ma, come abbiamo visto, nel caso appena raccontato, la somma richiesta era di gran lunga maggiore. Solitamente, per simulare l’impatto dell’incidente i truffatori lanciano palline di plastica o gomma o piccoli sassi sulla fiancata dell’auto della vittima. Il rumore generato, quindi, viene facilmente scambiato per l’impatto che poi viene lamentato. E, a quel punto, scatta il meccanismo truffaldino vero e proprio. Ovviamente, vi raccomandiamo di fare molta attenzione e di non accettare queste presunte risoluzioni “bonarie”, ma di contattare sempre le forze dell’ordine.