Bob Dylan, una delle personalità più influenti sotto il profilo culturale. Sempre rivoluzionario, anche con questa decisione
Di posizioni particolari, controverse, polemiche, Bob Dylan ne ha prese a decine nella sua vita e nella sua carriera. Quanto deciso, però, per il suo tour in Italia è davvero qualcosa di incredibile. Anacronistico, secondo voi?
Quando arriverà in Italia per il suo tour estivo, Bob Dylan avrà già compiuto 82 anni, di cui, circa 60 sul palco. Robert Allen Zimmerman all’anagrafe, ma, per tutti, Bob Dylan. Uno dei più grandi di sempre.
Il primo a fare tante cose. Il primo ad avere successo con pezzi lunghi, lunghissimi, soprattutto per i tempi radiofonici in un’epoca in cui la musica poteva essere ascoltata solo alla radio. Un esempio su tutti, gli oltre sei minuti di “Like a Rolling Stone”, canzone che ispirò proprio la band di Mick Jagger a scegliere il loro nome.
Il primo a usare il folk, da sempre suo genere preferito per cantare di argomenti intimi. Non a caso, Bob Dylan è spesso definito il “menestrello del rock”. Il primo a realizzare un videoclip musicale, con “Subterranean Homesick Blues”. Siamo nel 1965. Il primo a usare la musica come strumento di denuncia sociale. Uno dei suoi brani più famosi, “Hurricane”, narra proprio dell’ingiustizia subita dal pugile Rubin Carter, accusato artatamente di omicidio perché afroamericano.
Bob Dylan dice no alla tecnologia per i suoi concerti
Insomma, stiamo parlando di una delle figure culturali più influenti dello scorso millennio, ma anche del nuovo millennio. Nel 2001, infatti, ha vinto il Premio Oscar per la canzone “Things Have Changed”, dalla colonna sonora del film “Wonder Boys”. Ma nella sua carriera anche due premi insoliti per un musicista, il Premio Pulitzer nel 2008 e, soprattutto, il Premio Nobel per la letteratura nel 2016.
E, allora, sono decisamente degli eventi i concerti di Bob Dylan in Italia. Ben cinque nel corso della prossima stagione estiva. Il 3 e 4 luglio Dylan sarà al teatro degli Arcimboldi di Milano, 6 luglio al Lucca Summer Festival, 7 luglio a Perugia per inaugurare l’edizione dell’Umbria Jazz e infine il 9 luglio all’Audiorium Parco della Musica di Roma. Ma, per queste date, Dylan ha preso una decisione clamorosa, dichiarando guerra alla tecnologia.
I suoi concerti, infatti, saranno “phone free”. Cosa significa? Non si potranno usare i cellulari. Avete capito benissimo, nessuna possibilità di riprendere frammenti del concerto, magari qualche suo discorso. E nemmeno di scattare foto per ricordare l’evento. All’arrivo, il cellulare dovrà essere riposto in una busta magnetizzata che sarà fornita all’ingresso. In caso di urgenze, si potrà accedere a un’area riservata, sotto la supervisione di uno degli addetti.
Un’iniziativa che sta facendo discutere e che è rivoluzionaria, proprio come la personalità di Bob Dylan. Si potrà (e di dovrà) solo cantare, ballare e divertirsi. Proprio come ai vecchi tempi, proprio come a Woodstock, dove Dylan fu uno dei grandi protagonisti.