La timidezza non dev’essere la nostra gabbia: possiamo sconfiggerla con tre semplici mosse consigliate dagli esperti.
Ci sono persone che, come si dice nella cultura popolare, si vergognano anche della propria ombra. Persone timide all’ennesima potenza, che, proprio per questa loro caratteristica, spesso non riescono a ottenere i risultati che meriterebbero. Ma la timidezza, come ogni problematica, può essere combattuta: ecco i tre consigli che danno gli psicologi.
La timidezza non può essere considerato un difetto tout court. In dosi moderate può anche essere qualcosa di tenero, persino di sexy. Ma, come ogni tratto del nostro carattere, non deve sfociare in eccessi.
In tal senso, a volte la timidezza può invece risultare un ostacolo, sia in ambito professionale, che in ambito personale. Potremmo per esempio provare un approccio con una persona che ci piace, ma non la contattiamo, non le scriviamo, non ci interagiamo proprio per timidezza. E anche sul lavoro, essere timidi a volte può significare essere sorpassati da qualcuno che magari ha anche meno qualità rispetto a noi, ma più intraprendenza.
E, allora, se si vive la timidezza come un peso, bisogna fare qualcosa. Ecco tre consigli che danno gli psicologi: ovviamente, anche per ciò che riguarda il nostro benessere mentale vi suggeriamo sempre di affidarvi a professionisti del settore.
Tre consigli per vincere la timidezza
Non pensiate che sia un compito improbo. Serve solo tenacia nel saper lavorare su sé stessi con tre semplici mosse. La prima fornita dagli psicologi è quella di non andare avanti per stereotipi, soprattutto su sé stessi. Non bisogna infatti rimanere ingabbiati nella visione e nell’immagine ideale che ci siamo costruiti e incollati addosso. Tutti abbiamo pregi e difetti, quindi cerchiamo di valorizzare i primi e accettare i secondi, senza ricercare una perfezione che non esiste.
Ancora, gli psicologi consigliano umiltà. Attenzione, umiltà non significa essere rinunciatari e dimessi. Significa, invece, saper riconoscere i propri limiti e non cercare sempre e comunque di primeggiare, di essere leader in gruppi più o meno corposi. Al contrario, se si vede qualcuno in difficoltà, aiutarlo, oltre a essere un gesto nobile, ci darà molta sicurezza.
Infine, avere dei punti di riferimento. A tutti noi servono, anche se a volte li vogliamo negare per sembrare più forti di quelli che siamo. Cerchiamo ispirazione in chi ha più esperienza rispetto a noi, senza, evidentemente, indugiare su falsi idoli. In tal senso, i nostri genitori potrebbero essere degli ottimi punti di riferimento. Osservateli e provate a imparare.